Prato: falsificò un verbale per favorire un’amica, carabiniere condannato

Un Carabiniere di Prato è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per aver falsificato nel 2017 il verbale di un incidente, cambiando la dinamica per favorire una sua amica. L'uomo, oggi in pensione, è stato condannato per falso in atto pubblico e abuso d’ufficio.

Prato: falsificò un verbale per favorire un’amica, carabiniere condannato

È costata cara la falsificazione del verbale di un incidente stradale ad un Carabiniere di Prato, che per fare un favore ad un’amica modificò sui documenti ufficiali la dinamica del sinistro per scagionarla dalla colpa. L’uomo, il 60enne Cesare Simone che oggi è in pensione, è stato condannato a due anni ed otto mesi di reclusione.

L’ex Carabiniere è stato processato in rito abbreviato, con una riduzione di un terzo della pena, e condannato per falso in atto pubblico e abuso d’ufficio dal giudice per l’udienza preliminare di Prato, Leonardo Chesi. Una dura condanna, se si pensa che è anche ridotta di un terzo, a riprova della serietà del crimine, aggravata dal fatto che sia stato compiuto da parte di un pubblico ufficiale.

Questi i fatti: nel 2017 l’amica del Carabiniere, in servizio presto la stazione di Calenzano, urtò una moto con la propria auto all’incrocio tra via Vittorio Emanuele e via San Morese, facendo cadere a terra il motociclista. Sul luogo intervenne il carabiniere, e quando arrivò a redigere il verbale per il sinistro, attestò che fu la moto a scontrarsi col veicolo, che secondo quanto da lui scritto non aveva ancora iniziato a svoltare.

Il verbale fu depositato in Procura, ed il pm ne chiese l’archiviazione del procedimento penale in base a quanto dichiarato dal carabiniere. Il motociclista però fece opposizione, e gli accertamenti tecnici disposti dalla Procura ricostruirono una dinamica diversa da quella attestata e firmata dal carabiniere, dimostrando che l’auto aveva colpito la modo durante una svolta.

Ulteriori indagini rivelarono che il Carabiniere e l’automobilista erano amici e si frequentavano assiduamente, spiegando quindi il movente del Carabiniere nel falsificare la dinamica del sinistro, e dimostrando che non si era trattato di un errore in buona fede. L’annotazione sul verbale produsse infatti un grande vantaggio all’amica del carabiniere e un danno al motocliclista, parte lesa nell’incidente.

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