Prato, chiuse le indagini sulla morte di Luana D’Orazio: le ultime novità

Finalmente le indagini sulla morte sul lavoro di Luana D'Orazio sono giunte a conclusione con tre indagati che devono rispondere dei reati di omicidio colposo e scarso controllo delle norme di sicurezza.

Prato, chiuse le indagini sulla morte di Luana D’Orazio: le ultime novità

Sul lavoro purtroppo si continua a morire ogni giorno e sembra non valgano a nulla i tentativi e i protocolli in merito in quanto sono stragi inspiegabili e terribili. Sono tragedie che purtroppo conoscono molto bene i familiari di Luana D’Orazio, la giovane 22enne della provincia di Prato che proprio sul luogo di lavoro ha perso la vita lasciando orfano suo figlio. In queste ore, sono state chiuse le indagini riguardo la sua morte. Vediamo le ultime novità in merito. 

La giovane Luana è morta sul luogo di lavoro, per la precisione in una ditta tessile a Montemurlo in provincia di Prato il 3 maggio scorso quando è stata trascinata dall‘orditoio, un macchinario che non le ha lasciato via di scampo. Da quel momento, sono cominciate le indagini per fare chiarezza riguardo la sua morte e la procura della città toscana ha chiuso le indagini soltanto in queste ultime ore. 

I responsabili della morte di Luana D’Orazio sono sempre i tre, gli stessi fin dall’inizio, ovvero la responsabile dell’azienda, il marito della titolare che ha un ruolo di amministratore e il manutentore che avrebbe dovuto sorvegliare e controllare meglio i macchinari onde evitare questa terribile tragedia e dolore alla famiglia. 

I tre indagati sono sospettati di omicidio colposo e di rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistiche che sicuramente avrebbero potuto salvare la vita alla giovane. Sulla chiusura delle indagini, concluse e notificate da un paio di ore, non ci sarebbero delle novità in merito sia riguardo gli indagati, quindi i colpevoli, ma anche sui capi d’accusa che pendono su di loro a seguito della morte di Luana D’Orazio. 

In base agli ultimi accertamenti fatti riguardo il macchinario, ovvero l’orditoio sul quale stava lavorando, sembra che avesse i dispositivi di sicurezza disattivati. Inoltre, riguardo gli ultimi dati, l’incidente è avvenuto nel momento in cui lo strumento stava lavorando a una velocità troppo elevata e in una fase in cui le saracinesche avrebbero dovuto rimanere abbassate, ma purtroppo così non è stato.

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