Potenza: donna muore durante un’operazione al cuore. Uno dei medici “L’ho lasciata morire”

Una donna è morta durante un intervento al cuore per via della negligenza dei medici. L'avrebbero lasciata morire sul tavolo operatorio ed avrebbero messo in pratica una manovra che l'ha uccisa. Un'intercettazione fa emergere la verità dietro alla morta di questa donna

Potenza: donna muore durante un’operazione al cuore. Uno dei medici “L’ho lasciata morire”

Una donna muore durante un intervento chirurgico al cuore. Uno dei medici avrebbe dichiarato di averla lasciata morire sul tavolo operatorio.

È una confessione registrata a sua insaputa che inchioderebbe uno dei medici che ha operato Elisa Presta, questo il nome della donna. “Ho lasciato ammazzare deliberatamente una persona, sono responsabile della morte di quella persona” aveva detto sfogandosi del peso di quello che era successo.

Durante le indagini in seguito alla morte della donna, però, gli inquirenti sono risalti alla registrazione ed hanno individuato il medico che le ha fatte. Il medico si chiama Nicola Marraudino, 54 anni, ed il primario di cardiochirurgia. L’uomo è stato quindi arrestato insieme ad altri due medici dell’ospedale San Carlo di Potenza.

Il primario, inoltre, è stato accusato non soltanto di omicidio colposo ma anche di falso in atto pubblico per aver manomesso il registro operatorio. L’intervento risale a maggio 2013 ma le indagini hanno portato a risultati soltanto adesso.

A causare la morte della donna durante l’intervento sarebbe stato un comportamento inaccettabile e molto grave dei medici presenti. Secondo quanto è stato ricostruito, infatti, durante l’intervento è avvenuta la rottura della vena cava della paziente che era stata operata per la sostituzione della valvola aortica. Il medico responsabile della rottura a quel punto, invece di intervenire per salvare la vita della paziente, è rimasto “inebetito, spaventato”.

Anziché riparare il medico avrebbe chiuso la vena con un clamp per bloccare l’emorragia, ma avrebbe dovuto sapere che il clampaggio totale se viene protratto per oltre un paio di minuti causa la morte cerebrale del paziente. Nel caso di Elisa Presta quel clampaggio sarebbe durato oltre un’ora e mezza.

Un comportamento inaccettabile aggravato anche dalle parole del medico intercettato che ha assistito in sala operatoria a quanto è successo. “Dovrei andare ad autodenunciarmi, però verrei licenziato. Il primario ha amicizie, coperture politiche, io no”.

Adesso, però, sono finiti tutti in manette per aver deliberatamente lasciato morire questa donna.

Continua a leggere su Fidelity News