Potenza, aggredita per strada perché omosessuale

La denuncia choc di Giulia Ventura su Facebook, aggredita e presa a pugni in mezzo alla strada perché omosessuale: "le persone come te devono morire".

Potenza, aggredita per strada perché omosessuale

Ha deciso di denunciare su Facebook quanto accaduto mercoledì scorso, il 15 gennaio mentre, ritornando a casa, una giovane ragazza di Potenza è stata fermata da due ragazzini e aggredita con calci e pugni a causa del suo orientamento sessuale. Una grave violenza fisica che ha provocato a Giulia Ventura la frattura delle ossa nasali, e un grande spavento che le ha fatto dubitare fino all’ultimo sull’opportunità di pubblicare o meno la sua storia.

Ho deciso di pubblicare quello che mi è accaduto perché non si ripeta mai più una cosa simile“, così si apre il post che Giulia ha reso pubblico nel suo profilo Facebook, trovando il coraggio di denunciare l’aggressione subita.

Era mercoledì sera, così come si legge dal suo racconto, e la ragazza stava camminando con tranquillità nella sua Potenza, ascoltando della musica con le cuffiette. Durante il tragitto verso casa, due ragazzini hanno iniziato a parlare alle sue spalle, fino ad attraversare la strada e a raggiungere Giulia, quando è iniziata l’aggressione.

La ragazza non ha fatto a tempo di chiedere a loro se ci fosse qualche problema che questi l’hanno spinta a terra. “Le persone come te devono morire“, avrebbero affermato dopo aver colpito la giovane, per poi aggiungere: “vuoi fare il maschio? Ora ti faccio vedere come si picchiano i maschi“. Delle frasi agghiaccianti che, così come racconta Giulia, è riuscita a sentire poco prima di perdere i sensi, essendo stata colpita nell’attimo successivo con un pugno al labbro, al naso e all’occhio.

Un’aggressione molto violenta che è continuata con calci indirizzati alle costole di Giulia e alla spalla, mentre la ragazza è riuscita a difendersi con una testata che forse ha rotto il naso a uno dei due aggressori.

La denuncia

Il racconto di Giulia Ventura continua con il suo arrivo a casa. Per non spaventare la madre davanti al suo viso tumefatto e sanguinante, ha provato a ripulirsi prima di fare ritorno in camera sua, dove si è rinchiusa fino al giorno dopo, in preda a forti dolori in tutto il corpo. Solo la mattina seguente, poiché il naso continuava a sanguinare, si è decisa ad andare in pronto soccorso, dove le hanno riscontrato la frattura delle ossa nasali e dov’è anche partita la denuncia contro i suoi aggressori.

La sua storia si conclude con una domanda posta a tutti coloro che hanno letto la sua denuncia, a cui chiede perché il suo orientamento sessuale deve interessare agli altri, dando la colpa di questa violenza all’ignorante ineducazione, puntando il dito contro alcuni genitori che non si preoccupano di educare e sensibilizzare i propri figli.

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