Una coppia di anziani coniugi e la loro figlia di 53 anni, residenti in un borgo dell’Appennino Pistoiese, sono morti di Covid nel giro di tre giorni, tra venerdì e ieri. La Nazione ha raccontato la loro drammatica vicenda familiare, spiegando anche che padre e figlia non erano vaccinati. L’uomo, Guido Martinelli, di 86 anni, ricoverato all’ospedale Santo Stefano di Prato, si è spento il 17 dicembre, mentre la figlia Roberta, 53anni e madre di 2 figli, ricoverata all’ospedale fiorentino di Ponte a Niccheri, è morta un’ora dopo.
Ieri, 20 dicembre, purtroppo anche la moglie dell’86enne, Vittorina Spadi, ricoverata nell’ospedale pratese, ha perso la sua battaglia contro il virus. Avevano scelto di non vaccinarsi, perché l’immunizzazione non è contemplata nell’interpretazione del loro credo fideistico, essendo Testimoni di Geova, ma il virus non risparmia nessuno.
Il messaggio di cordoglio del Sindaco
La famiglia era originaria del comune di Abetone Cutigliano: l’anziana coppia viveva San Marcello Piteglio, dove risiedeva anche la figlia. Tutte e tre le vittime erano conosciute per aver lavorato a lungo nel campo della ristorazione: Guido era un cuoco noto sulla montagna del pistoiese, mentre la figlia Roberta lavorava in un ristorante all’Abetone. Tutti e tre i membri della famiglia sono stati colpiti dalla forma più grave di polmonite bilaterale che, come ormai noto, rischia di compromettere anche le funzionalità di molti altri organi, non lasciando scampo.
Il sindaco di San Marcello Piteglio, Luca Marmo, ha espresso solidarietà alla famiglia: “Gli sono vicino in un momento così difficile, tutta la comunità si stringe attorno a loro – ha detto a La Nazione – Voglio esprimere il dolore di noi tutti affinché si sentano meno soli in un momento così duro da affrontare”
Il primo cittadino ha poi colto l’occasione per lanciare un appello a tutta la comunità, che in questo momento sta sperimentando un’impennata dei casi Covid: “Dobbiamo vaccinarci, portare la mascherina, rispettare il distanziamento, lavarci e disinfettarci le mani spesso, utilizzare i presidi che ormai conosciamo fin troppo bene. È necessario per chiudere i conti con questa pandemia”.