I ragazzi che nella serata di ieri hanno investito 9 persone presso una fermata della metropolitana di Roma, uccidendo una donna di 44 anni e ferendo gli altri 8 astanti che attendevano l’arrivo del mezzo di trasporto pubblico, sono tutti minorenni. A riferirlo è stata la Procura di Roma, che ha reso noti alcuni dettagli sulle prime ancora oscuri della vicenda che sta facendo discutere l’intero Paese. Tra i tre ragazzi a bordi della macchina, è stata fermata per ora solamente una 17enne di etnia Rom, mentre gli altri due a bordo (dei quali uno era il conducente) sono riusciti a darsi alla fuga.
La Procura della capitale ha inoltre reso noto di aver fermato diverse altre persone, sottoponendole ad interrogatorio, e che tra queste potrebbe nascondersi anche uno dei due fuggitivi. Tutti e tre i ragazzi coinvolti nella tragedia sono Rom residenti nel campo della Monachina, e la notizia riguardante la loro etnia ha subito acceso un vespaio di polemiche (immediatamente cavalcato dall’immancabile Salvini, che come al solito ha ricevuto le consuete risposte a tono con altrettanta celerità). La vettura con la quale è avvenuto il crimine risulta invece intestata ad un cittadino italiano incensurato che faceva da prestanome, in quanto figura proprietario di almeno un’altra settantina di veicoli.
I tre erano intenti a divertirsi con l’automobile procedendo a zigzag, e quando una pattuglia della polizia ha provato a fermarli, hanno accelerato nel tentativo di seminarla. Quindi avrebbero investito il gruppo di persone in corrispondenza della stazione metro Battistini della Linea A, terminando poi la propria corsa in via di Montespaccato per fuggire a piedi.
Tra le tante voci d’indignazione che si levano contro i Rom, il presidente del municipio 14 Valerio Barletta ha invece deciso di mitigare le polemiche, cercando di far ragionare la popolazione cittadina con la testa: “Siamo di fronte ad uno sciacallaggio politico e sociale. Gli autori dell’incidente sono assassini, non ha importanza che siano Rom. Sono assassini che vanno puniti duramente per omicidio volontario. Adesso la gente ce l’ha col campo Rom, ma vi pongo una domanda: se gli assassini fossero stati di un’altra città, avremmo fatto la guerra a questa città? Non credo proprio”.
Insomma prendersela con i Rom per l’operato dei tre criminali, sarebbe un po’ come prendersela con Venezia per Felice Maniero, con Firenze per il suo tristemente famoso Mostro o con tutta la Sicilia per la questione relativa alle mafie. E si potrebbe andare avanti con analogie di questo genere fino a riempire un’intera enciclopedia, senza nemmeno dover varcare i confini nazionali.