Piacenza, la terribile scomparsa di Emanuela Saccardi: emergono nuove piste

La cassiera 47enne scomparsa il 23 aprile scorso è ancora dispersa. Una nuova pista arriva dalla figlia 20enne, Alessia, che racconta di avance poco gradite sul posto di lavoro. Ecco la ricostruzione dalla sua scomparsa ad oggi.

Piacenza, la terribile scomparsa di Emanuela Saccardi: emergono nuove piste

Era il 23 aprile scorso quando la cassiera di 47 anni della provincia di Piacenza è scomparsa nel nulla, lasciando una figlia di 20 anni, uno di 14, ed il marito con cui era spostata da 20 anni. Una scomparsa che, secondo i familiari, non ha alcun senso, tanto che sembra si possa più che altro trattare di un rapimento compiuto da qualche estraneo che da tempo molestava la donna sul posto di lavoro. 

Ci troviamo a Podenzano, un comune a pochi minuti in macchina da Piacenza, dove vive Emanuela Saccardi con la sua famiglia. La mattina del 23 aprile, intorno alle 7 circa, la madre di famiglia ha salutato il marito ed ha accompagnato i figli a casa della nonna, per poi dirigersi verso il supermercato “Il Gigante” di Piacenza, dove lavorava come cassiera.

Mai arrivata sul posto di lavoro

Il dramma per la famiglia di Emanuela ha inizio ora, poiché la donna non è mai arrivata sul posto di lavoro. Verso le 9.30 i colleghi della 47enne hanno chiamato la figlia Alessia per avvisare che la madre non era andata al supermercato, e da qui sono partite le molte chiamate fatte ad amici e parenti, per scoprire dove si trovasse davvero Emanuela, senza però riuscire ad ottenere informazioni utili.

Mauro Gatti, il marito della donna, dopo essersi messo in contatto con tutti i conoscenti, decide di denunciare la scomparsa della moglie, ed hanno così avuto inizio le investigazioni e le ricerche della 47enne.

Il ritrovamento dell’auto ed il video sospetto

Dopo poche ore dall’inizio delle indagini, gli investigatori riescono a rintracciare l’auto della donna, una Toyota Yaris bianca, parcheggiata in via del Pontiere a Piacenza. Il luogo in cui si trovava il veicolo era nella direzione opposta del supermercato in cui doveva dirigersi Emanuela e, all’interno del bagagliaio, è stato trovato il cellulare della donna, la sua borsa, i suoi documenti ed il denaro.

Ad allarmare gli investigatori è stato un video girato dalle videocamere di sicurezza della zona, in cui è possibile vedere la sagoma di una signora coperta da un cappuccio, ma con indosso degli indumenti riconducibili a quelli appartenenti ad Emanuela al momento della sua scomparsa, mentre cammina sul ponte che attraversa il fiume Po’ all’altezza di piazza Milano a Piacenza.

Secondo gli investigatori potrebbe trattarsi di un suicidio, ma l’ipotesi è stata subito scartata dai familiari e dalla figlia Alessia, che descrive la madre serena al momento della sua scomparsa, e molto legata alla famiglia, tanto da rendere impossibile questo suo estremo gesto.

Dopo numerose ricerche fatte dai cani molecolari, e dai sommozzatori dei vigili del fuoco e delle associazioni di volontariato che hanno ispezionato il fondo del Po’, non è stato ritrovato alcun corpo.

Il dettaglio del parcheggio

Il sospetto dei familiari della donna, che hanno anche fatto ipotizzare una nuova pista da seguire, è riconducibile con l’automobile ritrovata a poche ore dalla scomparsa della donna. Il parcheggio della macchina, infatti, era insolito se messo a paragone con quello fatto solitamente dalla cassiera 47enne. La figlia racconta che la madre era solita parcheggiare “alla meno peggio”, mentre in quell’occasione l’auto era sistemata in modo perfettamente geometrico.

Alessia ha anche raccontato che, a lavoro, la madre aveva ricevuto delle ripetute avance poco gradite, e che il suo rifiuto potrebbe aver fatto arrabbiare qualcuno. Questa potrebbe essere la vera svolta per ritrovare Emanuela.

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