Piacenza: arrestati 7 carabinieri e sequestrata la caserma per spaccio e torture

A Piacenza, un'intera caserma è stata posta sotto sequestro e 7 carabinieri sono stati arrestati. Le accuse sono di spaccio, estorsione e torture. Tra gli accusati anche un maresciallo.

Piacenza: arrestati 7 carabinieri e sequestrata la caserma per spaccio e torture

Un’intera caserma dei carabinieri è stata posta sotto sequestro e sono stati arrestati ben 7 carabinieri. Il tutto è avvenuto a Piacenza. Nell’elenco dei reati commessi ci sono spaccio, torture ed estorsione. Tra le accuse troviamo anche quelle di arresti falsati e perquisizioni improvvisate. L’ordinanza è racchiusa in 300 pagine scritte dal GIP del Tribunale di Piacenza

Sei dei sette carabinieri sono in cella, mentre il settimo, il maresciallo della caserma, è agli arresti domiciliari. Si tratta di reati davvero pesanti, considerando che si tratta delle forze dell’ordine. Non a caso, infatti, il capo della Procura, Grazia Pradella, ha introdotto la conferenza con queste parole: “Faccio a fatica a definire questi soggetti come carabinieri, perché i loro sono stati comportamenti criminali. Non c’è stato nulla in quella caserma di lecito”.

Arrestati 7 carabinieri per spaccio, torture ed estorsione: come procederà la Procura?

I reati erano stati commessi proprio durante il periodo di lockdown. Questo ha significato che hanno “violato” le procedure imposte per evitare il contagio. I reati, dunque, sono stati commessi proprio mentre l’Italia contava i morti per Coronavirus. In particolare, si occupavano di approvvigionare di droga gli spacciatori rimasti a casa a causa del lockdown. 

Come si poteva immaginare, è scattata la sospensione immediata dal servizio. Anche i vertici dell’Arma hanno espresso il loro disappunto per quello che è successo. Ci sono circa 110 mila arruolati nell’Arma che ogni giorno lavorano rispettando al meglio le disposizioni delle Istituzioni e con il senso del dovere verso i cittadini. 

Il comandante provinciale di Piacenza, Massimo Savo, ha affermato: “Per noi è come un colpo al cuore. Da parte nostra c’è totale disponibilità a collaborare per fare piena luce sui fatti. Penso all’amarezza dei tanti miei uomini dediti con onestà e generosità al loro lavoro”. La speranza è che episodi come questi restino un caso isolato.

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