Ricorre oggi il quarto anniversario della tragedia di Rigopiano in cui persero la vita 29 persone. I familiari attendono ancora che sia fatta giustizia tra omissioni ed errori in un processo che va a rilento e che, tra rinvii e colpi di scena, pare adesso riprenderà il 5 marzo a carico di 30 iscritti sul registro degli indagati, per sette reati: disastro colposo, lesioni plurime colpose, omicidio plurimo colposo, falso ideologico, abuso edilizio, fino all’omissione d’atti d’ufficio e abuso in atti d’ufficio. Da aggiungersi, altresì, altri vari reati ambientali.
La procura indaga fin da principio anche sulla gestione della prevenzione e la mancata realizzazione della Carta del pericolo da valanghe e quindi per imperizia e negligenza, oltre a violazioni di norme e regolamenti.
Gianluca Tanda, portavoce del comitato vittime, dichiara che sebbene i giorni a ridosso della tragedia siano dedicati solo al ricordo, tutti gli altri sono di impegno nel lottare affinché sia fatta giustizia e perchè emerga, finalmente, la verità nonostante ci sia un profondo sconforto alla luce anche di quanto accaduto per la strage di Viareggio, in cui dopo 12 anni solo qualche giorno fa la Cassazione ha dichiarato prescritti gli omicidi colposi delle 32 vittime.
A sostegno dei familiari delle vittime si eleva anche la voce del commissario straordinario alla ricostruzione post sisma, Giovanni Legnini che afferma: “Il ricordo dei morti innocenti di Rigopiano deve rappresentare un ammonimento costante… Sarà la giustizia a stabilire la verità su Rigopiano, chi ha perso i propri cari e tutta la comunità ne hanno diritto”.
Causa restrizioni, la cerimonia per i quattro anni dalla tragedia sarà più che mai sobria ma le immagini di quei giorni in cui si alternavano sentimenti ora di speranza e ora di sconforto sono vive nella memoria di tutti e, seppur lontani, tutti ci stringiamo in un abbraccio ai familiari e nella speranza si faccia presto giustizia.