È accaduto nella provincia di Rovigo l’ennesimo infortunio sul lavoro dove un operaio di 47 anni è deceduto in seguito a una caduta da un’altezza di circa 10 metri. L’uomo stava lavorando sul tetto di un silos quando, per cause ancora da accertare, è precipitato. Un collega ha dato immediatamente l’allarme, ma nonostante i soccorsi siano stati tempestivi per lui non c’è stato nulla da fare.
La disgrazia è avvenuta nel pomeriggio di martedì 4 novembre nella provincia di Rovigo tra San Martino di Venezze e Mardimago, all’intento di un’azienda agricola specializzata nella lavorazione dei cereali appartenente alla Cooperativa Produttori Mais San Martino.
L’allarme è scattato intorno alle 14, con l’intervento immediato dei vigili del fuoco di Adria. Nonostante i tentativi di rianimazione, il medico del Suem 118 non ha potuto far altro che constatare il decesso dell’operaio. Sul posto sono intervenuti anche gli ispettori dello Spisal (Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) e i Carabinieri che hanno avviato le indagini per ricostruire la dinamica dell’evento e accertare eventuali responsabilità.
Quello di oggi è il secondo dramma sul lavoro registrato nella provincia di Rovigo nell’ultima settimana. Solo giovedì scorso, l’operaio 29enne Luca Domenicale era rimasto schiacciato da un macchinario in un’altra azienda di prefabbricati della zona. Questi avvenimenti evidenziano la necessità di una maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare nel settore agricolo e industriale, dove le cadute dall’alto continuano ad essere le principali cause di infortunio nonostante le normative vigenti.
Non si ferma la strage silenziosa dei caduti sul lavoro con un bilancio che già tocca quasi ottocento scomparsi da gennaio. La Uil ha lanciato un appello a “fare un passo in più” e capire che “la fretta e il profitto non possono costare vite umane”. “Bisogna rallentare, fermarsi quando si percepisce il pericolo, mettere la vita al primo posto”, ha sottolineato il sindacalista Roberto Toigo.