Pasqualino, morto per una capriola, salutato in 10mila

Il grave incidente è avvenuto all'estero, in Algeria dove papà presta servizio militare. Rientrato in Italia è stato accolto da parenti, amici e conoscenti. Quasi 10mila persone al suo funerale

Pasqualino, morto per una capriola, salutato in 10mila

Pasquale Manzo, 14 anni, è morto ad Algeri dove la sua famiglia, per qualche giorno, si era riunita. Il padre è militare di stanza all’ambasciata italiana.

Un gioco da ragazzi, una semplice capriola gli ha stroncato la vita. I funerali del giovanissimo si sono svolti al Santuario della Madonna di Pompei, presenti circa 10mila persone.

Nel ricordo di Pasquale Manzo

Le spoglie di Pasqualino, così veniva chiamato, sono giunte in Italia la sera del 5 novembre. Il suo corpo è stato accolto nella cappellina del centro educativo “Beata Vergine”, frequentata dallo stesso ragazzo. Tutto il paese si è stretto attorno alla sua bara, dagli amici ai parenti, dai sacerdoti ai religiosi e ai conoscenti. In silenzio e preghiera sono rimasti accanto a papà Giuseppe, alla mamma Lucia e al fratello Eduardo.

A presiedere la cerimonia dei funerali è stato l’arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo che ha ripercorso il momento di “bellezza dell’unità familiare” trasformatosi “in una trappola mortale“. Tutti, ha detto ancora l’arcivescovo, ci chiediamo: “Perché? Perché?“. Ma umanamente nessuna parola è adeguata, solo la fede ci fa accogliere “una Parola più saggia e più luminosa (…) capace di sfidare il buio, il freddo di una morte drammatica”.

Dal 2010 al 2015, Pasqualino ha frequentato la scuola del Santuario. Tutto gli volevano bene: si applicava nello studio, era educato e gentile, rispettoso degli altri, dolce, disponibile all’aiuto, capace di intessere un rapporto con Dio. Di qui l’invito dell’Arcivescovo ai compagni che sicuramente lo ricorderanno sempre con tanto affetto: “Egli, in un certo modo, potrà continuare a vivere in ognuno di voi nella misura in cui continuerete a portare avanti ciò che a lui è stato negato”. Monsignor Caputo ha citato lo studio e l’amicizia, il rispetto e l’impegno nella vita religiosa e sociale.

Anche il sindaco Pietro Amitrano, ha voluto, con un post su Facebook, ricordare il 14enne e altri giovanissimi che nell’ultimo tempo sono mancati alla comunità di Pompei: Davide, Fabiano, Gabriele. Se il dolore è insostenibile, ha scritto il primo cittadino, possiamo farli rimanere tra noi nel ricordo, nel sorriso, nel gioco, perché “Noi vivremo anche per voi. E non vi dimenticheremo mai“.

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