Parrocchiani difendono prete suicida e lasciano la messa

Molti fedeli non credono alle accuse rivolte a Don Maks, il prete che si è suicidato qualche settimana fa, e per questo abbandonano la messa e stanno sul sagrato. Il vescovo Crepaldi alla fine della celebrazione ha invitato tutti nella canonica per un chiarimento

Parrocchiani difendono prete suicida e lasciano la messa

I parrocchiani della chiesa a cui apparteneneva Don Maks Suard non vogliono credere alle colpe attribuite al loro parroco e convinti della sua innocenza i fedeli hanno inoltrato una sorta di protesta muta contro l’arcivescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi. Il vescovo Crepaldi aveva pensato di celebrare la Messa in occasione dei Santi nella chiesa di Santa Croce invece che nella cattedrale a San Giusto. Secondo il vescovo la sua decisione era dettata dal desiderio di stare vicino ai parrocchiani in questo momento di lutto, visto che il loro parroco qualche settimana si era suicidato. Scelta a quanto pare non condivisa da molti fedeli che al suo arrivo sono usciti dalla chiesa e si sono fermati sul sagrato.

La reazione del vescovo è stata un misto tra sgomento e incredulità e non si aspettava tanto. I fatti contestati dal vescovo a Don Maks Suard erano stati rivelati da anni di indagini e certo quando il vescovo aveva chiesto appuntamento al parroco non si aspettava si suicidasse. Don Maks Suard aveva chiesto al vesovo due giorni per preparare la lettera di dimissioni e anche il vescovo è rimasto sconvolto dal suicidio del parroco, e trovare il suo cadavere nella canonica lo ha lasciato di sasso. I fedeli non credono all’episodio di violenza sulla 13enne avvenuto tanti anni fa e sono fermamente convinti che Don Maks era innocente. Nonostante la reazione di molti fedeli, il vescovo Crepaldi ha celebrato l’Eucaristia, accompagnato nella funzione da don Anton Bedencic, vicario sloveno e ha pronunciato queste parole: “Vengo a condividere il vostro dolore e vi parlo a cuore aperto“.

Il vescovo ha voluto precisare che la comunicazione che doveva fare a don Maks era frutto di un “dovere di giustizia” e ha anche aggiunto che il sacerdote era stato concorde con lui, solo che forse poi non ha retto alla disperazione e ha deciso di togliersi la vita.

La celebrazione si è svolta in un clima di commozione che ha coinvolto tutti e alla fine della cerimonia il vescovo ha voluto incontrare tutti i parrocchiani nella canonica, per avere un chiarimento con loro e affrontare il dolore per la perdita del parroco. E così è stato

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