Parco del Ticino ridotto a discarica da un gruppo di rom

Il Parco del Ticino è stato ridotto a discarica da un gruppo di rom, che avevano disboscato una zona di quattromila metri quadri per poter riciclare indisturbatamente le batterie dei veicoli per poterle rivendere in Romania

Parco del Ticino ridotto a discarica da un gruppo di rom

Il Parco del Ticino ridotto a discarica. E’ stata la scoperta di questa mattina dei carabinieri di Vigevano, che hanno sequestrato un’area di ben quattromila metri quadrati nel Parco del Ticino e precisamente nella provincia di Pavia. E’ il parco regionale più antico di Italia e e si trova in Lombardia e comprende aree della provincia di Milano, Pavia e Varese. E’ una zona di grande interesse dal punto di vista ambientale per la sua ricchezza di fauna e flora, che ha rischiato di essere rovinata da questa enorme discarica. L’area era stata occupata abusivamente da un gruppo di rom che l’avevano completamente disboscata per creare un centro di raccolta di batterie rubate soprattutto nel Nord d’Italia, che poi venivano mandate in Romania per essere vendute.

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Il campo rom era perfettamente nascosto dalla folta vegetazione del parco, quindi non era visibile se non addentrandosi nella zona, il luogo ideale per agire indisturbati e per creare una discarica a cielo aperto.

I carabinieri di Vigevano insieme ai vigili urbani hanno sottoposto a sequestro l’intera area trovando molta immondizia, tra cui più di diecimila batterie di veicoli, quintali di copertoni di gomma, tonnellate di bancali di legno, centinaia di elettrodomestici e televisori, motori e ricambi di auto, due automobili bruciate, insomma una discarica di tutto rispetto. Inoltre avevano costruito abusivamente dei capannoni, a cui avevano allacciato la corrente elettrica sempre in modo abusivo, pertanto c’è anche il reato di furto.

La zona è diventata ancora più malsana per la presenta di una fogna a cielo aperto, diciamo che i reati commessi non mancano, per i quali sono stati fermati ventotto rom, tutti pregiudicati e denunciati altri sei rom, tre per il reato di furto aggravato e tre per combustione illecita di rifiuti pericolosi. Per questi ultimi individui è infatti stata applicata la recente legge della “Terra dei fuochi”, è una delle prime volte in Italia che viene contestato questo tipo di reato.

Ora dovranno essere eseguiti tutti gli accertamenti possibili per capire fino a che punto la zona di quattromila metri quadrati è stata inquinata da questa discarica e c’è anche la preoccupazione che l’acido solforico, contenuto nelle batterie dei veicoli, possa essere stato gettato nel fiume Ticino.

 

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