La prima telefonata di Papa Francesco, in qualche modo un po’ scontata, fu fatta al suo predecessore: il benemerito papa Ratzinger. Poi si pensava fossero finite, o meglio non si pensava proprio al telefono del Papa. In realtà ben presto, sorprendendo un po’ tutti, ci siamo accorti della delicatezza d’animo e della familiarità che papa Francesco sa stabilire con le persone che desiderano “incontrarlo”. Chiama il benemerito Papa Ratzinger e chiama una mamma che sta accanto al figlio malato da anni, chiama il premier uscente Enrico Letta e chiama un anziano sacerdote, chiama una ragazza madre, un giovane studente universitario, una famiglia di Pesaro a cui sta vicino con la fedeltà e la tenerezza di un padre… e le telefonate, le più disparate continuano. Mentre cammino per strada ogni tanto penso che forse sto passando come nel film “Stanno tutti bene” accanto a qualche cavo telefonico in cui vibrano la sua voce e le nostre lacrime di commozione.
Dico nostre perché quanti di noi vorrebbero parlare con il Papa, raccontargli le attese della vita, le fatiche… le speranze! E tutti ci siamo chiesti: “Perché proprio a quella mamma o a quel giovane, ecc.”. Proprio a loro perché, attraverso una lettera, un biglietto, hanno manifestato il desiderio di una parola e il Papa non si è fatto attendere. Ma in loro il Papa si è fatto vicino a tutti noi.
Scrivere una lettera al Papa, fino a qualche tempo fa significava ricevere una risposta dal suo segretario confidando nella lettura del testo da parte del Sommo Pontefice. Oggi abbiamo la netta sensazione che il Papa legga attentamente le lettere che gli vengono recapitate, raccogliendo l’umore del contenuto. Gli sarà sicuramente difficile rispondere o telefonare a tutti, ma le telefonate di cui siamo messi a conoscenza – chissà quante altre ne fa e restano nel segreto – ci rassicurano che il Papa, papa Francesco c’è, legge, ascolta e direi comprende con il cuore il contenuto delle confidenze che gli facciamo.
Se già da una trentina d’anni la sedia gestatoria non si usa più, Papa Francesco in quest’anno ne ha rimosso anche l’ultimo gradino: egli ci ha incontrato! Si è fatto vicino in mille modi, da quel primo “Buonasera” al cambio della papalina con i pellegrini in piazza San Pietro e ancora dagli abbracci alle telefonate, dall’attendere il semaforo verde nelle sue uscite ai viaggi con mezzi poveri, semplici dove ci può incontrare senza mediazioni.
L’umanità, la vicinanza alla gente di Papa Francesco lo ha fatto entrare nel cuore di molti. A tutti, lontani e vicini, giovani e anziani, santi e peccatori egli annuncia la misericordia, la bontà di Dio. E non si stanca mai! Grazie Papa Francesco!