Papa Francesco torna dalla Corea: il mondo è in guerra

Il Papa ritorna dalla Corea con un profondo dolore. Francesco sostiene che siamo già nella terza guerra mondiale, ma a pezzetti. Il pontefice dice anche che se un aggressore è "ingiusto" deve essere fermato, ma senza conflitti

Papa Francesco torna dalla Corea: il mondo è in guerra

Papa Francesco parla apertamente e non nasconde la sua sofferenza:“Siamo entrati nella Terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli”. Ritornato da poco dal suo viaggio di missione in Corea del Sud, il Pontefice ha denunciato la spaventosa crudeltà di cui sono vittime uomini, donne e bambini inermi, e aggiunge: “La tortura è diventata un mezzo quasi ordinario. Sono i frutti della guerra, qui siamo in guerra, è una Terza guerra mondiale ma a pezzi”.

Il Pontefice è arrivato a Roma profondamente scosso dai combattimenti che sono in corso soprattutto in Siria e Iraq, ma aggiunge di essere pronto a recarsi nel Kurdistan iracheno per portare una missione di pace e preghiera e alleviare le sofferenze della popolazione costretta a soffrire.

Il papa sostiene convinto che “Dove c’è un’aggressione ingiusta posso solo dire che è lecito fermare l’aggressore ingiusto”, sottolineando il verbo fermare. E ritiene anche che una sola nazione non può giudicare come si ferma l’aggressione ma, dopo gli eventi della Seconda guerra mondiale, il compito spetta alle Nazioni Unite. Secondo il Papa, dunque, “fermare l’aggressore ingiusto è un diritto che ha l’umanità, e quello di essere fermato è un diritto che ha l’aggressore. Io posso dire soltanto questo: sono d’accordo sul fatto che quando c’è un aggressore ingiusto venga fermato”.

Anche la crisi tra Israele e Palestina secondo Francesco dovrebbe risolversi con l’intervento di un sostenitore della pace nel mondo. L’incontro di preghiera organizzato in Vaticano ha già aperto una porta per la pace e non è assolutamente stata un fallimento, anche se successivamente si è verificata l’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza. Il papa ha lanciato messaggi forti e intensi per proclamare la pace e mettere fine alle ostilità, non con le parole ma con i fatti, senza bombardamenti e guerre, ma con la forza dell’amore e della persuasione. 

Il viaggio in Corea è stato vissuto con la partecipazione di oltre un milione di fedeli che hanno visto nel pontefice una speranza e nelle sue parole una certezza della bontà divina. Nonostante gli orrori a cui assistono quotidianamente, sperano in un prossimo futuro di pace.

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