Papa Francesco ha rifiutato di accordare il suo gradimento a Laurent Stefanini, l’ambasciatore dell’Eliseo in Vaticano, perché gay. E’ questa la rivelazione offerta da Le Canard Enchainé, settimanale di satira francese, che riporta come Papa Francesco non sia affatto compiaciuto del fatto che la Francia abbia scelto proprio lui quale candidato per seguire i fatti riguardanti il Vaticano a Villa Bonaparte. Mediante un colloquio privato infatti, il pontefice avrebbe rivelato allo stesso Stefanini di non avere nulla di personale contro di lui, ma di “non avere affatto apprezzato il Mariage Pur Tous, la legge francese sulle nozze gay, né i metodi dell’Eliseo che ha tentato di forzargli la mano”, stando a quanto riporta Radio24.
Una vicenda quantomeno incresciosa dal momento che, come riporta il sito di TgCom24, Laurent Stefanini è stato giudicato come il miglior candidato possibile per questo ruolo dal Quai d’Orsay, la sede del Ministero degli Esteri francese: Diplomato all’Ena e Consigliere per le questioni religiose al Ministero degli Esteri, Stefanini è stato messo a capo del protocollo dell’Eliseo nel 2010, e vi è rimasto sotto Sarkozy ed Hollande. Un uomo straordinariamente competente insomma, scelto non a caso dai vertici del Paese d’oltralpe quale proprio ambasciatore in Vaticano.
Peccato che la sua omosessualità sia tutt’altro che gradita a Papa Francesco, che preferirebbe piuttosto avere a che fare con un ambasciatore dichiaratamente eterosessuale. Per questo, sebbene Laurent Stefanini sia stato scelto per svolgere questa mansione dalla Francia da ben quattro mesi, il pontefice non ha mai permesso una sua effettiva partecipazione attiva alle vicende di Villa Bonaparte.
“Sabato Stefanini è stato ricevuto dal Papa in persona, che gli ha confermato il suo rifiuto di dargli il gradimento”, conferma anche il più insigne dei quotidiani francesi, Le Figaro. Ma lo scorso 15 Aprile Stéphane Le Foll, portavoce del Governo francese, ha ribadito che Laurent Stefanini rimarrà la proposta della Francia. Un vero e proprio braccio di ferro insomma, che andrà avanti fino a quando la Francia non accetterà di cedere ai pregiudizi del Vaticano, o fino a quando Papa Francesco non accetterà di lavorare con un omosessuale.