Papa Francesco: Priscilla e Aquila, sposi al servizio del Vangelo

All'udienza generale di mercoledì 13 novembre Papa Francesco parla degli "Ebrei, nostri fratelli", dell'accoglienza dei perseguitati e degli stranieri. Invito alle coppie cristiane ad essere una "domus ecclesiae".

Papa Francesco: Priscilla e Aquila, sposi al servizio del Vangelo

I fedeli giunti ieri, 13 novembre, in piazza San Pietro per l’Udienza generale del mercoledì, hanno trovato un giorno di pioggia. Gli ammalati sono stati fatti accomodare in Aula Paolo VI e hanno seguito il Papa attraverso un maxi schermo. A tutti il Papa ha dato il benvenuto poi ha introdotto il tema del giorno: “Priscilla e Aquila lo presero con sé” tratto dal capitolo 18 degli Atti degli Apostoli.

Paolo nel suo viaggio di evangelizzazione si ferma a Corinto, una città importante perché capitale della provincia romana dell’Acaia e che grazie ai due porti è definita commerciale e cosmopolita. In questa città viene ospitato da una coppia di sposi, Aquila e Priscilla. Due giudei costretti a spostarsi da Roma a Corinto perché l’imperatore Claudio ne aveva ordinato l’espulsione. Papa Francesco ricorda ai presenti le sofferenze del popolo ebraico lungo tutto il corso della storia e aggiunge: “questo non è né umano né cristiano. Gli ebrei sono fratelli nostri!”. 

Priscilla e Aquila dimostrano di avere fede in Dio e attenzione generosa verso gli altri. Per primi hanno sperimentato cosa significa essere forestieri ed ora sono pronti ad accogliere l’apostolo Paolo e l’annuncio del Vangelo di Cristo. Con l’apostolo Paolo, Aquila e Priscilla lavoravano alla costruzione di tende, giusto modo per guadagnarsi il pane e non vivere a carico degli altri, lavoro manuale molto stimato dall’Apostolo delle genti. 

Nella casa di Aquila e Priscilla si radunano i cristiani e “diventa una ‘casa della Chiesa’, una ‘domus ecclesiae’, un luogo di ascolto della Parola di Dio e di celebrazione dell’Eucaristia”, ha spiegato il Papa ricordando che qualcosa di simile avviene anche ai nostri giorni là dove non c’è la libertà di esprimere apertamente la propria fede.

Paolo, dopo un anno e mezzo a Corinto, insieme ad Aquila e Priscilla, si sposta ad Efeso. Anche in questa città i due sposi aprono le porte a coloro che vogliono ascoltare la Parola di Dio. Dopo che i due sposi sono rientrati a Roma, ricevono l’elogio di Paolo nella lettera ai Romani: “Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù. Essi per salvarmi la vita hanno rischiato la loro testa, e a loro non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese del mondo pagano“. Anche oggi, ha ricordato il Papa, c’è chi rischia la vita per proteggere i perseguitati!

Aquila e Priscilla, collaboratori di Paolo, sono “modelli di una vita coniugale responsabilmente impegnata a servizio di tutta la comunità cristiana“, laici che con la loro vita e la loro fede evangelizzano, grazie ai quali il Vangelo di Cristo “è giunto fino a noi“. Il cristianesimo degli inizi, ha ricordato il Papa, “è stato predicato dai laici“, in un invito ai laici ad essere responsabili nel trasmettere la fede, in virtù del Battesimo.

Concludendo l’udienza, Papa Francesco ha pregato per le coppie cristiane. Il Padre, che ha fatto degli sposi la sua “vera “scultura” vivente“, effonda il suo Spirito sulle coppie cristiane perché aprano le porte dei cuori a Cristo e ai fratelli e divengano chiese domestiche.

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