E’ un messaggio forte, quello che papa Francesco lancia nel primo libro intervista a lui intitolato: infatti è proprio agli omosessuali che lancia il suo appello: “Io preferisco che le persone omosessuali vengano a confessarsi, che restino vicine al Signore, che si possa pregare insieme. Puoi consigliare loro la preghiera, la buona volontà, indicare la strada, accompagnarle”.
Sono proprio queste le sue parole rilasciate per il suo libro intervista intitolato “Il nome di Dio è misericordia“, scritto insieme al vaticanista Andrea Tornielli.
In passato siamo stati abituati al forse eccessivo accanimento della chiesa cattolica contro gli omosessuali ma già dai primi giorni del suo pontificato, papa Francesco si è subito dimostrato aperto al dialogo per cambiare il punto di vista della chiesa riguardo a loro; anche perchè i preti che fanno coming out (non ultimo il Monsignor Charamsa) aumentano di anno in anno e la chiesa non può stare a guardare inerme limitandosi ad allontanare queste persone dalle sue fila.
Il tema centrale del libro intervista, però, è il divorzio: infatti dopo il referendum del 1974 che rese legale il divorzio anche in Italia, la chiesa si è sempre dimostrata contraria, precludendo alle persone separate e divorziate la pratica dei sacramenti. Papa Francesco si è dimostrato da subito aperto al dialogo per far si che anche le persone divorziate o separate possano ricevere lo stesso trattamento di tutte le altre persone, infatti nel libro racconta diversi aneddoti vissuti da lui in prima persona quando era ancora in Argentina fino ad arrivare alle ultime e-mail da lui ricevute.
Il tema dei divorzi sembra toccare in modo diretto il Santo Padre infatti come afferma lui stesso : “Io ho una nipote che ha sposato civilmente un uomo prima che lui potesse avere il processo di nullità matrimoniale. Volevano sposarsi, si amavano, volevano dei figli, ne hanno avuti tre. Il giudice civile aveva assegnato a lui anche la custodia dei figli avuti nel primo matrimonio. Quest’uomo era tanto religioso che tutte le domeniche, andando a messa, andava al confessionale e diceva al sacerdote: ‘Io so che lei non mi può assolvere, ma ho peccato in questo e in quest’altro, mi dia una benedizione’. Questo è un uomo religiosamente formato”.
Da tutto ciò si capisce quanto sia rivoluzionario l’atteggiamento del sommo pontefice, improntato a quello spirito di misericordia che caratterizza tutto il suo pontificato e che è il motivo dominante dell’ Anno Giubilare in corso.