Papa Francesco: "Nella vita non tutto si risolve con la giustizia"

Continua la catechesi sul "Padre Nostro". Oggi, mercoledì 24 aprile, durante l'udienza generale in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha parlato di "un amore oltre il dovuto", più forte della giustizia.

Papa Francesco: "Nella vita non tutto si risolve con la giustizia"

Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori” è questo il tema specifico della catechesi odierna di Papa Francesco che da qualche settimana sta commentando il “Padre Nostro” durante l’Udienza generale del Mercoledì.

In Piazza San Pietro, alle 9.10 di questa mattina, 24 aprile 2019, c’erano fedeli giunti da diverse parti del mondo. Il Santo Padre ha riassunto il tema nelle diverse lingue così che tutti potessero portare a casa una parola da meditare e da vivere.

La catechesi di Papa Francesco

Da Dio abbiamo ricevuto ogni cosa, ogni dono di natura e di grazia, primo tra tutti la vita e per questo ne siamo debitori. “La nostra vita non solo è stata voluta, ma è stata amata da Dio”, ha ricordato Papa Francesco allontanando ogni pensiero di presunzione perchè, nella Chiesa non esistono i “self made man”. Nessuno si è fatto da solo, ma tutti siamo debitori verso Dio e verso coloro che ci hanno fatto del bene regalandoci condizioni di vita favorevoli. La preghiera insegna a dire “grazie”, parola spesso dimenticata a causa dell’egoismo, e porta a chiedere a Dio di essere benevolo con coloro che ci hanno fatto del bene.

Se consideriamo l’amore infinito che Dio ha per noi, ha detto Francesco, ci accorgiamo che per quanto ci impegniamo ci sarà sempre un debito nei suoi confronti. Inoltre, per esperienza, sappiamo che non sempre la nostra vita è conforme al Vangelo, per questo imploriamo: “Signore, Padre, rimetti a noi i nostri debiti”, chiedendogli perdono.

L’espressione di Gesù, di per sé completa nel rapporto dell’uomo con Dio, va oltre e chiede di tradursi in una relazione nuova con i nostri fratelli: “Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori” invitandoci ad essere buoni, come Lui è buono. Papa Bergoglio ha fatto osservare che a legare le due parti dell’invocazione c’è la congiunzione “come” che non lascia molto margine di scampo se consideriamo che si riferisce agli amici, a chi vive con noi, ai vicini e anche chi ci ha fatto soffrire.

Sappiamo tutti, ha commentato Papa Francesco, che “Dio perdona tutto e perdona sempre”. Il volto di Dio descritto da Gesù ai suoi discepoli è sempre di “tenera misericordia“. Ma questo dono di Dio è impegnativo, sempre. Ricevere tanto significa imparare a dare tanto e a non trattenere per noi il dono come accade a qualcuno quando pensa: “Io non perdonerò mai quella persona!”. Dimenticando le parole di Gesù “Se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe“. 

Prima di raccontare la parabola del servo che aveva un debito di diecimila talenti con il re, e che pur condonato non ha saputo fare altrettanto con un suo debitore, Papa Francesco ha suggerito: “amore chiama amore, perdono chiama perdono” e ancora “se non ti sforzi di perdonare, non verrai perdonato” e allo stesso modo “se non ti sforzi di amare, nemmeno verrai amato”.

La giustizia, ha detto il Papa, fa la sua parte ma non riesce a risolvere tutto. Nei rapporti umani, secondo lo stile di Gesù, va inserita la forza del perdono, un “amare oltre il dovuto”, qui ricomincia una storia di grazia che interrompe il male e le sue vendette. Grazie a Gesù la legge del taglione cessa e lascia posto alla legge dell’amore: “quello che Dio ha fatto a me, io lo restituisco a te!“, parole che diventano l’invito del Papa a vivere i giorni della Pasqua in questo atteggiamento di perdono e di amore.

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