Papa Francesco: messaggio per la Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni

Il 12 maggio in tutto il mondo si prega per le vocazioni. Rispondere alla chiamata richiede coraggio, ma "non c'è gioia più grande". Lo ha detto il Papa

Papa Francesco: messaggio per la Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni

Domenica 12 maggio 2019, la Chiesa cattolica celebra la 56a Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni dal tema Come se vedessero l’invisibile, ricavato dall’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di papa Francesco.

Ogni Diocesi e ogni Chiesa particolare prepara la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni con iniziative di riflessione e veglie che prendono spunto dal messaggio del Papa che ha per titolo: Il coraggio di rischiare per la promessa di Dio.

Il coraggio di rischiare per la promessa di Dio

Ad una lettura frettolosa potrebbero sembrare due i temi della giornataCome se vedessero l’invisibile e Il coraggio di rischiare per la promessa di Dio. In realtà i due temi diventano uno solo in chi, intravvedendo “qualcuno, l’invisibile” trova il coraggio di rischiare e di fidarsi di Dio.

Papa Francesco, nel suo messaggio, ricorda che, grazie al battesimo, tutti i cristiani hanno una vocazione: “la chiamata alla vita cristiana”, che in ognuno trova poi un modo personale di esprimersi. Per ciascuno Dio desidera che la vita non divenga “prigioniera dell’ovvio“, delle abitudini quotidiane, “inerte davanti a quelle scelte che potrebbero darle significato“, ha scritto il Papa nel messaggio, ma sia una vita piena. “La vocazione – ha scritto ancora il Papa -, è un invito a non fermarci sulla riva con le reti in mano, ma a seguire Gesù” nella strada che lui ha pensato per ciascuno di noi, per la felicità nostra e di coloro che vivono accanto a noi.

Il Papa afferma che “Ci vuole il coraggio di rischiare“, e don Silvano Trincanato, il direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale delle vocazioni, in un’intervista della Difesa del Popolo, settimanale cattolico della Diocesi di Padova, afferma che accogliere la “propria vocazione, significa avere il coraggio di progettare il proprio futuro sulla base di qualcosa che non si può toccare, misurare, calcolare”, in questa scelta la fede fa da protagonista nella consegna totale della propria vita a Dio.

Il Papa ricorda ancora che nell’incontro profondo con il Signore è possibile sentire il fascino di una chiamata a donare tutto di sè mediante una vita consacrata o sacerdotale per continuare l’opera stessa di Gesù. A costoro Francesco assicura che, nonostante le inevitabili difficoltà, non c’è una “gioia più grande che rischiare la vita per il Signore!“.

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