Papa Francesco, l’Angelus e il saluto dal Policlinico Gemelli

A una settimana dall'intervento Papa Francesco saluta i fedeli e prega l'Angelus dal balcone del policlinico Gemelli. Qui ha fatto esperienza di quanto sia preziosa la sanità che dev'essere accessibile a tutti.

Papa Francesco, l’Angelus e il saluto dal Policlinico Gemelli

Torna ad affacciarsi per la preghiera dell’Angelus, Papa Francesco, non dalla finestra del Palazzo Apostolico come di consuetudine, ma dal balcone a terrazzo del Policlinico Gemelli di Roma dove si trova ricoverato a causa dell’intervento cui è stato sottoposto domenica scorsa.

L’appartamento dove Papa Francesco sta vivendo il tempo della convalescenza si trova al decimo piano dell’ospedale, dal balcone, ai fedeli riuniti si è rivolto con queste parole: “Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Sono contento di poter mantenere l’appuntamento domenicale dell’Angelus, anche qui dal Policlinico ‘Gemelli'”.

A queste prime parole il Papa ha fatto seguire la sua riconoscenza: “Vi ringrazio tutti: ho sentito molto la vostra vicinanza e il sostegno delle vostre preghiere. Grazie di cuore!“, risposta a tanti messaggi d’affetto e promessa di preghiere da parte di molti. Il grande applauso con cui i fedeli hanno accolto l’affacciarsi di Papa Francesco al balcone del Policlinico Gemelli è stato il segno concreto di tanta manifestazione di affetto e simpatia. Mentre parlava più volte si è sentito gridare “Viva il Papa“.

Come deve essere il servizio sanitario

Una settimana al Policlinico Gemelli ha offerto l’occasione a Papa Bergoglio di sperimentare e sottolineare quanto sia importante un “buon” servizio sanitario a tutti accessibile così come avviene in Italia e anche altri Paesi. Ha parlato di gratuità di un bene prezioso, da mantenere. Perché ciò avvenga, ha sottolineato il Papa “occorre impegnarsi tutti, perché serve a tutti e chiede il contributo di tutti“.

La riflessione di Papa Francesco va a qualche istituzione sanitaria all’interno della Chiesa che per una non corretta gestione può aver incontrato difficoltà economiche. In questi casi “Il primo pensiero che ti viene è venderla“. Ma non è questa la vocazione della Chiesa, non è accumulare denaro, ma svolgere un servizio gratuito. Il Papa conclude il saluto con un monito: “Non dimenticatevi: salvare le istituzioni gratuite“.

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