Papa Francesco: l’amministratore furbo e disonesto lodato dal padrone

La parabola di oggi, "L'amministratore disonesto", potrebbe creare un po' di confusione. Se la ricchezza amministrata male crea divisioni, la stessa, invertendo la rotta e condividendola, può creare amicizia.

Papa Francesco: l’amministratore furbo e disonesto lodato dal padrone

Nonostante il tempo incerto e molti ombrelli aperti, anche questa mattina, 22 settembre 2019, una folla si è riunita in Piazza San Pietro, a Roma per ascoltare la parola del Papa sul Vangelo della domenica e la recita corale dell’Angelus, la preghiera a Maria

Il Vangelo di questa domenica parla di un amministratore furbo e disonesto che, scoperto dal padrone, è in procinto di essere licenziato. L’attenzione di Gesù non va alla disonestà dell’uomo, ma alla scaltrezza e alla furbizia che lo portano a pensare al domani, a come venirne fuori.

Intelligenza e furbizia, ossia scaltrezza

L’amministratore disonesto trova una via d’uscita alla sua situazione presto precaria, ha spiegato Papa Francesco, riconoscendo con lucidità i propri limiti: “zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. In seguito, arriva il così detto ‘colpo d fulmine’: derubare, per l’ultima volta, il padrone. Chiama attorno a sé i debitori e a ciascuno riduce i debiti, corrompendoli li fa diventare amici nella speranza di ottenere una ricompensa nel futuro. “Questo – ha sottolineato il Papa – è farsi amici con la corruzione e ottenere gratitudine con la corruzione, come purtroppo è consuetudine oggi“.

Gesù, ha spiegato Papa Bergoglio, dicendo che il padrone lodò l’amministratore disonesto, non intende “esortare alla disonestà, ma alla scaltrezza“, esempio di intelligenza e di furbizia che lo rendono capace di superare le situazioni più difficili. L’invito di Gesù a farsi degli amici con la ricchezza disonesta, in modo da essere da loro accolti nel momento in cui verrà a mancare, si capisce meglio considerando la ‘ricchezza disonesta’, il denaro e i beni materiali in generale, come beni che erigono muri, creano divisioni e discriminazioni.

Trasformare questi beni e ricchezze in relazioni, significa farsi degli amici “perché le persone valgono più delle cose e contano più delle ricchezze possedute“. L’invito di Gesù è di invertire la rotta della ricchezza: non sono importanti i beni materiali ma i legami, le relazioni e le amicizie che nascono nel condividere i doni che Dio ci ha donato. Così e solo così, in Paradiso, troveremo ad accoglierci, insieme a Dio, anche tutti coloro con cui abbiamo condiviso questi beni.

Che cosa farò, ora?“, è una domanda che può nascere nel nostro cuore se in qualche modo riconosciamo di non essere stati dei buoni amministratori dei doni ricevuti: la risposta sta nell’agire con scaltrezza.

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