Papa Francesco: la moneta di Cesare va restituita, l’immagine di Dio va riconosciuta

Pagare le tasse è un dovere degli onesti cittadini, come anche l'essere testimoni dell’amore di Dio. Lo ha detto il Papa all'Angelus commentando il Vangelo del giorno

Papa Francesco: la moneta di Cesare va restituita, l’immagine di Dio va riconosciuta

Una domanda insidiosa, dopo tanti complimenti da parte degli avversari di Gesù, i farisei, cerca di screditare il Maestro nell’episodio narrato da Matteo nel Vangelo di oggi, domenica 18 ottobre 2020. I farisei gli chiedono: “È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?”.

Papa Francesco, all’Angelus, riprendendo il fatto ricorda che imprimere un’immagine in una moneta “era un’ingiuria al Dio d’Israele”: per questo motivo ogni risposta poteva mettere in difficoltà Gesù. Ma ciò non avviene. Gesù dribbla ogni possibile risposta immaginata e resta fuori da ogni polemica chiedendo: “Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?“.

La risposta dei farisei, “Di Cesare“, dà spunto a Gesù per dare una risposta senza lasciarsi coinvolgere da fastidiose polemiche: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio“. Nella frase di Gesù, Papa Francesco mette in evidenza due doveri: essere buoni cittadini e veri cristiani.

Il tributo, ieri a Cesare oggi allo Stato, va pagato. Pagare le tasse, osservare le leggi giuste dello Stato è un dovere di tutti i cittadini, ha detto Francesco. Il Papa ha ricordato che Gesù fa capire che è dovere anche “Dare a Dio quello che è di Dio“, ossia affermare il primato di Dio nella vita e nella storia, rispettando ciò che gli appartiene con la testimonianza della vita. 

Ogni persona ha l’immagine di Dio scolpita, non in una moneta, ma nel cuore, nell’anima ed è a Lui solo che ciascuno di noi è debitore del dono dell’esistenza. In forza di questa presenza in noi, siamo chiamati a “essere presenza viva nella società, animandola con il Vangelo e con la linfa vitale dello Spirito Santo” ha sottolineato il Papa. Con umiltà e coraggio siamo chiamati a dare il nostro contributo per una civiltà dell’amore, fondata sulla giustizia e sulla fraternità. Concludendo la riflessione il Papa ha invocato Maria perché ci tenga lontano da ogni ipocrisia.

Continua a leggere su Fidelity News