Papa Francesco: la corruzione in Vaticano, il rapporto con Benedetto

Intervistato da Adnkronos, il Santo Padre parla del suo rapporto con il Papa emerito, Benedetto, e della corruzione in Vaticano. Pandemia e fede: tempo di purificazione.

Papa Francesco: la corruzione in Vaticano, il rapporto con Benedetto

Papa Francesco ha accettato di rispondere ad alcuni inquietanti interrogativi che stanno mettendo a dura prova la Chiesa. In un articolo su Adnkronos, Gian Marco Chiocci, racconta l’incontro avvenuto con il Santo Padre, in Vaticano, in una stanza arredata quel tanto che basta: “due sedie, un tavolo e un crocifisso” e un clima fraterno, di accoglienza.

Tra i temi toccati la “questione morale” in Vaticano. Papa Francesco l’ha definita un “male antico che si tramanda e si trasforma nei secoli” che tutti i Papi, suoi predecessori, hanno cercato di debellare con le persone e i mezzi che avevano. “Purtroppo – ha sottolineato il Papa -, la corruzione è una storia ciclica“. Arriva chi pulisce e riordina, ma poi il disordine torna.

Papa Bergoglio non teme di inimicarsi parte della curia romana, quella attaccata agli affari e al denaro che “i primi padri lo chiamavano lo sterco del diavolo e pure San Francesco” afferma Papa Francesco ricordando allo stesso tempo il primato insostituibile della Croce. E’ chiaro che il Santo Padre mira a una Chiesa pulita, come quella delle origini, attenta agli ultimi e al popolo, una chiesa missionaria.

Papa Francesco ricorda a voce alta che all’inizio del suo pontificato andò a trovare il papa emerito, Benedetto. Quel giorno, tra le consegne, c’era anche una grande scatola, Benedetto gli disse: “Qui dentro c’è tutto, ci sono gli atti con le situazioni più difficili, io sono arrivato fino a qua, sono intervenuto in questa situazione, ho allontanato queste persone e adesso…tocca a te“. Papa Francesco ha raccolto il testimone e continuando l’opera del predecessore 

Alla domanda se con il Papa emerito c’è un qualche dissapore, Papa Francesco risponde sorridendo e riferisce un rapporto filiale e fraterno, tanto negli incontri quanto nelle lettere. Va spesso a trovarlo, ultimamente ha diradato le visite solo per non affaticarlo. Insieme concordano le cose da fare, tra i due c’è spirito di collaborazione e di bontà: “Benedetto è un uomo buono, è la santità fatta persona”

Tornando sul tema della questione morale, papa Francesco cita Sant’Ambrogio: “La Chiesa è stata sempre una casta meretrix, una peccatrice”. Poi ricorda che non tutta la Chiesa è malata, anzi la stragrande maggioranza cammina sulla giusta via. Purtroppo alcuni hanno dissipato “il patrimonio mobile e immobile non del Vaticano ma dei fedeli“. Eppure Gesù aveva detto di scegliere: o Dio o il denaro. Non è possibile seguire entrambi. Quand’era bambino, ricorda Bergoglio, la nonna gli diceva “che il diavolo entra dalle tasche“. 

L’immagine che abbiamo oggi del Papa è quella di un pontefice concreto, deciso, un eroe solitario per le folle ma contrastato da un nemico invisibile. “Sarà quel che il Signore vuole che sia. Se sono solo? Ci ho pensato”. Si può essere soliperché chi dovrebbe collaborare non collabora”, perché non vuole sporcarsi le mani per gli altri, oppure perché non c’è chi rischia per il Papa. Ma non è così, afferma Francesco: “ho trovato tantissima gente che rischia per me, mette la sua vita in gioco, che si batte con convinzione” perché sa che la strada intrapresa è quella giusta anche se si devono affrontare mille ostacoli. 

Nel tempo sono state rivolte diverse critiche a Papa Francesco e gli vengono ricordate. Il Papa riferisce che le critiche sono come schiaffi in faccia e non piacciono a nessuno, ma possono diventare costruttive. Il discernimento, confessa il Papa “è la linea guida del mio percorso, su tutto, su tutti”. “Ma il Papa ha paura?” chiede il giornalista. Francesco chiede perché dovrebbe averla: “Non temo conseguenze contro di me (…), agisco in nome e per conto di nostro Signore”, a guidarlo è “l’istinto e lo Spirito Santo”, l’amore del popolo meraviglioso che segue Gesù Cristo e la preghiera.

Toccando il tema del coronavirus, Papa Francesco parla di giorni di immensa incertezza, giorni in cui prega tanto, possibilità per essere vicino a chi soffre. Il Papa riferisce che un vescovo ha affermato che la pandemia ha “disabituata” la gente a frequentare la chiesa, a inginocchiarsi, a ricevere i sacramenti. Quelli che andavano in chiesa per abitudine – ha affermato il Papa -, è meglio che restino a casa. “E’ lo Spirito Santo che chiama” e “forse dopo questa dura prova (…) i fedeli saranno più veri, più autentici“.

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