Papa Francesco contro i ‘soldi sporchi’: la chiesa non ne ha bisogno

Il Pontefice, all'udienza del mercoledì, si è scagliato in un'invettiva contro le offerte compiute con le mani sporche di sangue, invitando gli esponenti del clero a bruciare gli assegni: meglio essere poveri ma non complici della criminalità

Papa Francesco contro i ‘soldi sporchi’: la chiesa non ne ha bisogno

Papa Francesco non è andato certo per il sottile all’udienza generale tenutasi ieri, 2 marzo. Il Pontefice, infatti, ha invitato i membri del clero a rifiutarsi categoricamente di accettare offerte che sono il frutto del “sangue di gente sfruttata, maltrattata, schiavizzata, con il lavoro mal pagato“.

Il Pontefice ha continuato dicendo che lui ed i membri della sua Chiesa dovrebbero dire a questa gente, che porta alla chiesa queste offerte, di riportarsi indietro il loro assegno e di bruciarlo: la Chiesa non vuole avere nessun punto di contatto con quei soldi, frutto di malaffare e prevaricazione sui più deboli.

Anche questa volta il messaggio di Papa Francesco è chiaro e diretto e non lascia dito a fraintendimenti, in quanto la Chiesa di Dio rifiuta a priori il denaro proveniente dai peccati che tanto condanna. Con queste parole, il Papa si riallaccia ai temi che, fin dal primo momento, sono stati predominanti nell’impostazione del suo Pontificato; misericordia ed apertura al dialogo per i più sfortunati e deboli della società, rimprovero e condanna per quanti abusano del loro potere in ogni campo.

Sia durante i viaggi ufficiali che in ogni occasione pubblica, il Papa martella il suo uditorio insistendo con gli stessi temi; durante il suo recente viaggio in Messico e durante l’incontro con gli imprenditori italiani (le ultime due occasioni pubbliche del Papa che hanno avuto vasto riscontro sui media) il Papa ha fatto riferimento al denaro illecitamente guadagnato come la peggiore tentazione per i cristiani e per il resto degli uomini.

Dal sedicesimo secolo ad oggi, cioè dalla scissione di Martin Lutero ai giorni nostri, è la prima volta che un Papa si scaglia contro la compravendita dei diritti celesti pagati con denaro illecitamente guadagnato. Il peccato di ‘simonia’ è una delle pagine più nere nella storia della Chiesa e Papa Francesco vuole, anche in questo campo, lanciare un segnale forte e lasciare di sè un ricordo importante per le future generazioni.

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