Papa Francesco: con ‘Motu proprio’ istituisce la Domenica della Parola di Dio

Il prossimo 26 gennaio, terza domenica del Tempo ordinario nel Calendario liturgico della Chiesa, sarà celebrata, per la prima volta, la Domenica della Parola di Dio. Istituita dal Papa nella forma del "Motu proprio", ossia di "propria iniziativa".

Papa Francesco: con ‘Motu proprio’ istituisce la Domenica della Parola di Dio

Aperuit illis”, è la Lettera apostolica, in forma di Motu proprio, firmata ieri 30 settembre 2019 da Papa Francesco. Il documento fissa la III domenica del tempo ordinario come giorno dedicato “alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio”. La domenica della Parola di Dio, spiega il Papa, è stata pensata da tempo, da quando gli stessi fedeli, a conclusione del Giubileo straordinario della misericordia, ne avevano fatto richiesta.

La data di pubblicazione è stata fissata nel giorno della memoria liturgica di San Girolamo, il Padre e Dottore della Chiesa vissuto nei primi secoli (347-420), celebre per aver tradotto la Bibbia in latino, attività sostenuta dalla convinzione che: “L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”.

A dare il titolo alla Lettera, Aperuit illis”, sono le parole, in latino, tratte dal Vangelo di Luca (Lc 24,45): “Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture“. Dopo i giorni della Pasqua di Cristo, scrive il Papa, i discepoli erano impauriti e delusi, e Gesù appare loro rivelando “il senso del mistero pasquale“: nel progetto eterno del Padre era previsto che Gesù dovesse soffrire e risuscitare dai morti per offrire al mondo “la conversione e il perdono dei peccati” e promettere lo Spirito Santo, dono di fortezza nell’annuncio della salvezza.

Anche il Concilio Vaticano II, ha ricordato Papa Bergoglio, con la Costituzione dogmatica Dei Verbum, ha voluto avviare una riscoperta della Parola di Dio. Nel 2008, Papa Benedetto XVI ha convocato il sinodo sul tema “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, e ha scritto la Verbum Domini, esortazione apostolica fondamentale per le comunità cristiane.

La scelta della III domenica del Tempo ordinario per celebrare la domenica della Parola di Dio, ha spiegato il Papa, è fissata nel periodo dell’anno in cui si prega l’ecumenismo, perché: “la Sacra Scrittura indica a quanti si pongono in ascolto il cammino da perseguire per giungere a un’unità autentica e solida”.

Francesco nella Lettera offre alcune indicazioni per vivere con solennità questo giorno: l’intronizzazione del testo sacro nella celebrazione eucaristica, la celebrazione del rito del Lettorato da parte dei vescovi, la consegna della Bibbia, o di una parte, a tutta l’assemblea da parte dei parroci perché la lettura del testo sacro continui nella vita quotidiana. La Bibbia è patrimonio di tutti, unisce e non divide il popolo di Dio, e non può essere monopolizzata come a volte accade, si legge nel testo scritto di Papa Bergoglio.

La spiegazione della Parola di Dio che avviene nell’omelia, ha ribadito il Papa, è di grande importanza e deve essere preparata. Ricade nei Pastori la responsabilità di far comprendere la Sacra Scrittura mediante un linguaggio semplice e adatto all’assemblea tenendo conto che per molti presenti sarà questa l’occasione unica per comprendere la bellezza della Parola di Dio che tocca la vita quotidiana. Nessuna improvvisazione è permessa e, come già aveva detto altre volte ai predicatori, non si devono dilungare “oltre misura con omelie saccenti o argomenti estranei” perché il testo sacro, meditato e pregato, raggiunga il cuore di coloro che ascoltano. 

Sotto l’azione dello Spirito Santo che “trasforma in Parola di Dio la parola degli uomini scritta in maniera umana” si ha la salvezza. Se non c’è l’azione dello Spirito Santo si rischia di restare “rinchiusi nel solo testo scritto (…), rendendo facile l’interpretazione fondamentalista“, che tradisce “il carattere ispirato, dinamico e spirituale che il testo sacro possiede“. D’altronde, lo scriveva anche San Paolo nella lettera ai Corinzi: “La lettera uccide, lo Spirito invece dà vita“.

Gesù Cristo porta la rivelazione di Dio a compimento e pienezza, eppure, scrive il Papa “lo Spirito Santo continua la sua azione” ispirando la Chiesa. La fede biblica è fondata sulla Parola viva e non su un libro, per questo se letta “nello stesso Spirito con cui è stata scritta“, è sempre nuova, invito a “non assuefarsi mai alla Parola di Dio” ricordando anche che l’amore misericordioso del Padre chiede di vivere da figli nella carità che la stessa Parola di Dio suscita facendo aprire gli occhi agli altri e permettendo di uscire dall’individualismo che porta “all’asfissia e alla sterilità“.

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