Papa Francesco torna a parlare del tema dell’uguaglianza e alza la voce contro gli speculatori della finanza e del cibo. A un convegno di Giustizia e Pace, il Papa dice: “Non possiamo tollerare più a lungo che i mercati finanziari governino le sorti dei popoli piuttosto che servirne i bisogni, o che pochi prosperino ricorrendo alla speculazione finanziaria mentre molti ne subiscono pesantemente le conseguenze”, e ammonisce i corrotti di tutte le categorie, che pensano solo al loro potere e si sentono liberi di comandare sopra i poveri e gli sventurati.
Il Papa ribadisce ancora una volta di avvedersi dalla perdizione e dalla corruzione, poiché è facile farsi tentare e commettere un peccato dopo l’altro; spesso chi è pieno di potere si sente come se fosse Dio, invincibile e potente. Numerose le osservazioni sui politici corrotti, sui prelati e sugli ecclesiastici che si arricchiscono alle spalle dei lavoratori, e afferma anche che la corruzione è a portata di mano, più facile da prendere che camminare sulla retta via.
Il monito del Papa va al governo: lo incita a sorvegliare sulla speculazione del cibo, sui rialzi dei prezzi alimentari che impediscono ai poveri l’accesso agli alimentari, con uno scandalo assolutamente vergognoso. I governi di tutto il mondo, sostiene il pontefice, devono impegnarsi a contrastare l’economia dell’esclusione e devono assicurare a tutti i cittadini la possibilità di nutrirsi anche se poveri. Il Papa è stato a contatto con i partecipanti del convegno, i quali hanno molto parlato del tema su cui era fondato, ovvero l’argomento “Investing for the poor”.
Ed è questo punto che Papa Francesco si è lasciato trascinare dall’emozione, e ha detto qualche cosa contro il potere della finanza e la speculazione finanziaria. “E’ importante che l’etica ritrovi il suo spazio nella finanza e che i mercati si pongano al servizio degli interessi dei popoli per il bene comune dell’umanità”. Una bellissima osservazione, che dovrebbe fare breccia nel cuore dei politici e dei magnate della finanza, per cambiare davvero le sorti del mondo intero. Di ricchezza ce n’è a sufficienza; basterebbe solo distribuirne un po’ ai poveri disagiati.