Un filo rosso lega l’omelia del mattino nella Basilica vaticana e il saluto che Papa Francesco ha dato ai fedeli convenuti in piazza San Pietro per l’Angelus dell’Epifania: stare in guardia dalle tentazioni che possono ostacolare il cammino verso il Signore Gesù.
Papa Francesco ha parlato dell‘egoismo di Erode in contrapposizione alla premura dei Re Magi che “non esitano a mettersi in cammino” per cercare “il Re neonato“. I tre sapienti chiedono a Erode dove poter trovare il Messia: da questo momento egli ha paura che gli venga tolto il potere umano e s’informa da scribi e sommi sacerdoti del Bambino, non per aiutare i Magi, non per andare ad adorare il Bambino, ma per toglierlo di mezzo. Se il primo ostacolo è l’egoismo di Erode, il secondo è l’indifferenza dei suoi consiglieri che, pur conoscendo le Scritture, non muovono un passo per andare verso il Messia.
Papa Francesco avverte che l’egoismo può far considerare “la venuta di Gesù nella propria vita come una minaccia“. Se ciò accade si cerca di sopprimerlo e di far tacere il suo messaggio. Ciò avviene, ammonisce il Papa “Quando si seguono le ambizioni umane, le prospettive più comode, le inclinazioni del male, Gesù viene avvertito come un ostacolo“.
C’è poi l’indifferenza di chi sa “che Gesù è il Salvatore”, afferma Papa Bergoglio, ma “preferisce vivere come se non lo fosse” perché è più facile seguire i principi del mondo, che vivere con coerenza la propria fede.
Finalmente, nei Magi, Papa Francesco indica l’esempio da seguire: la loro premura, il loro essere pronti a scomodarsi pur di incontrare personalmente Gesù, il Signore della loro e nostra vita, l’unico capace di mostrare la via da seguire. Il Papa ha assicurato che, se in noi c’è questo atteggiamento sincero, “Gesù realmente ci salva, e noi possiamo vivere una vita bella, possiamo crescere nella fede, nella speranza, nella carità verso Dio e verso i nostri fratelli“.
Nell’invocazione alla Vergine Maria, Papa Francesco ha chiesto il suo aiuto, perché il mondo possa “progredire sulla via della giustizia e della pace“.
Terminato l’Angelus, Papa Bergoglio ha ricordato che il Natale del Signore, in alcune Chiese orientali, cattoliche e ortodosse, è celebrato proprio in questi giorni. Ha voluto esprimere vicinanza ai cristiani ortodossi copti d’Egitto, vittime di crudeli attentati.
Ai ragazzi missionari, nella Giornata Missionaria dei Ragazzi, ha espresso l’invito “a fare proprio lo sguardo di Gesù”. Non ha tralasciato di salutare il numeroso gruppo di figuranti, circa 1400, intitolato “Viva la Befana”.