Papa Francesco all’Angelus: "Dolore per la strage nella moschea nel nord del Sinai, in Egitto"

Ferma condanna per l’attentato in Egitto da parte del Pontefice che ha invitato i presenti in Piazza San Pietro al silenzio e alla preghiera. "Alla fine della vita saremo giudicati sull’amore", Papa Francesco.

Papa Francesco all’Angelus: "Dolore per la strage nella moschea nel nord del Sinai, in Egitto"

Il primo pensiero di Papa Francesco, dopo l’Angelus di questa domenica, 26 novembre 2017, è andato alla moschea in Egitto:Cari fratelli e sorelle, ci ha dato grande dolore, venerdì scorso, la notizia della strage avvenuta in una moschea nel nord del Sinai“. Papa Bergoglio ha ricordato che, nel momento dell’attentato, la gente stava pregando. Piazza San Pietro era gremita di persone che l’ascoltavano in silenzio, e lui le ha inviate a stare in un silenzio di preghiera per le vittime.

Papa Francesco ha assicurato che la sua preghiera è continua “per le numerose vittime, per i feriti e per tutta quella comunità, così duramente colpita“. Ha invocato la protezione di Dio perché non accadano più di queste tragedie e perché sostenga gli sforzi di coloro che operano a favore della pace. Subito dopo l’attentato, Papa Francesco si è subito fatto vicino, mediante un telegramma, in cui si diceva unito “a tutte le persone di buona volontà nell’implorare che i cuori induriti dall’odio imparino a rinunciare alla violenza che porta a tanta sofferenza“.

La riflessione sul Vangelo odierno ha portato Papa Francesco a ricordare le parole di San Giovanni della Croce, che amava ripetere “alla fine della nostra vita saremo giudicati sull’amore“, ossia sul nostro impegno ad amare e servire i piccoli e chi è nel bisogno, perché in essi troviamo Gesù. Il Signore Gesù ha promesso che verrà alla fine dei tempi, e giudicherà tutte le nazioni, ma Egli viene anche oggi, in ogni nostro giorno, in modi diversi, e sempre Egli ci chiede di accoglierlo. Nel mendicante, nell’affamato, nel malato, c’è Gesù. “Pensiamo a questo“.

Nel Vangelo, ha ricordato il Papa, i giusti sono rimasti sorpresi, perché non ricordavano di aver incontrato Gesù, e meno ancora di averlo aiutato, eppure Gesù, a loro, ha dichiarato: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. L’amore di Dio, ha spiegato il Papa, arriva al “punto di immedesimarsi con noi” proprio quando ci troviamo nel bisogno. In modo nascosto, Dio si lascia incontrare, tende la sua mano come un mendicante, e non finisce mai di stupirci.

Il criterio decisivo del giudizio di Gesù sarà l’amore concreto per chi è in difficoltà. Nel giorno del giudizio, afferma il Papa, il Signore chiederà a ciascuno che cosa abbiamo fatto per lui. Non basterà a nostra difesa dire che se l’avessimo visto, sicuramente lo avremmo aiutato, perché il Re risponderà: “Tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me“.

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