Paola Piras si risveglia dal coma e chiede del suo Mirko

Paola Piras, 50 anni, si è risvegliata dal coma e ha chiesto immediatamente del suo Mirko che, purtroppo, non ce l'ha fatta nel tentativo di salvarla dal suo aguzzino.

Paola Piras si risveglia dal coma e chiede del suo Mirko

Venerdì scorso Paola Piras si è svegliata dal coma, in cui era entrata all’alba dell’11 maggio in seguito a diverse coltellate inferte dall’ex compagno Shahid Masih, e le sue prime parole sono state: “Dov’è il mio Mirko?”.

Shahid, come sappiamo, si è introdotto nell’abitazione di Tortolì, dove la donna viveva con i figli, le ha inferto 18 coltellate, mentre Mirko Farci, 19 anni,le ha fatto da scudo con il suo corpo, nel tentativo di salvarle la vita. Il ragazzo si era reso conto che non c’era tempo di chiamare i soccorsi ed è morto barbaramente accoltellato.

Il risveglio dal coma e l’indispensabile supporto psicologico

La donna si è svegliata dopo 40 giorni di coma nella terapia intensiva dell’ospedale Nostra Signora della Mercede di Lanusei. Per il momento non è le è stato ancora detto nulla del decesso del figlio e, attorno a lei, c’è tutta un’equipe di psicologi che la prepareranno a ricevere la terribile notizia. I medici dicono che la morte di Mirko dovrà essere comunicata gradualmente per evitare un nuovo peggioramento delle condizioni della donna.

La Piras ha subito 3 interventi chirurgici per ricucire le profonde ferite e per rimuovere l’ascesso nel torace. La donna respira autonomamente, si alimenta ma è molto debole e non è fuori pericolo. La Piras ha aperto gli occhi per qualche minuto e le sue prime parole sono state per il figlio che le ha salvato la vita: “Mirko… Mirko”. Con un filo di voce Paola Piras, ancora molto grave, dopo 40 giorni di coma, il corpo martoriato dalla furia dell’ex compagno (18 coltellate), ha più volte chiesto:“Dov’è?”. Forse immagina. Il coma non le ha del tutto cancellato la sequenza del ragazzo che, cercando di difenderla, è crollato, colpito mortalmente al petto e alla gola.

L’uomo che l’ha uccisa, Shahid Masih, pakistano, 29 anni, operaio in un cantiere nautico, andrà quasi certamente a processo con rito immediato. Le prove in mano ai magistrati sono univoche: denunciato per stalking e maltrattamenti, nonostante il divieto di avvicinarsi alla casa della sua ex compagna, la pedinava. Masih, in carcere, ha confessato, motivando con parole per nulla convincenti: “Non volevo uccidere, sono stato aggredito e ho dovuto difendermi”. Nessun rimorso né pentimento.

 

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