Palermo, timbrano il cartellino e vanno alle slot machine

Sono stati incastrati dalle telecamere cinque dipendenti pubblici di Cefalà Diana: dopo aver timbrato il cartellino, andavano a giocare alle slot machine, o a fare la spesa. Altri 15 tra gli indagati.

Palermo, timbrano il cartellino e vanno alle slot machine

Si ritorna a parlare dei cosiddetti “furbetti del cartellino“: coloro che si presentano a lavoro solo per timbrare il cartellino che attesti il loro arrivo, per poi allontanarsi e proseguire con attività personali o, come in questo caso avvenuto a Palermo, di intrattenimento. Sono cinque i dipendenti pubblici già incastrati dalle telecamere mentre compiono attività extra lavorative dopo aver timbrato il cartellino, mentre altri quindici sono tuttora sotto indagine.

Dei cinque impiegati fermati dalla Polizia a Cefalà Diana, in provincia di Palermo, due erano addetti comunali mentre tre facevano parte del consorzio intercomunale rifiuti, energia, servizi (Coinres). I carabinieri della stazione di Villafrati sono riusciti a testimoniare le numerose assenze dei lavoratori a cui ora è imposto l’obbligo di presentazione giornaliero alla polizia giudiziaria. In tutto, sono venti gli impiegati sotto indagine.

Attività personali al posto del lavoro

È stato un avviso anonimo che ha fatto scattare gli accertamenti da parte dei carabinieri della stazione di Villafrati. Da quando uno sconosciuto ha allertato i militari di quanto accadeva a lavoro, questi hanno iniziato un mese di controlli per accertarsi degli spostamenti dei dipendenti in questione.

Nonostante tutti loro timbrassero il cartellino alle 7.45, per poi segnalare la fine del lavoro nel pomeriggio, nessuno dei dipendenti rimaneva a svolgere il proprio dovere. Alcuni sono stati filmati dalle telecamere mentre si recavano al bar per giocare alle slot machine. Altri tornavano a casa, per poi uscire con la compagna e recarsi al centro commerciale. Uno di loro è stato anche seguito tramite segnale GPS, per poi scoprire che si dirigeva presso la casa in campagna per accudire gli animali in suo possesso. 

Grazie alla segnalazione anonima e al dettagliato lavoro dei carabinieri durato tutto l’ultimo mese, cinque dipendenti sono stati incastrati in flagranza di reato. Gli altri quindici lavoratori sono sotto indagine ma, da quanto detto dai militari, sembrano in una posizione meno pericolosa ai fini cautelari.

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