Un ragazzo di 13 anni, studente di una scuola media statale di Palermo, sarebbe stato vittima di bullismo da parte di un altro coetaneo che per mesi non lo ha lasciato in pace e lo ha continuamente provocato e ingiuriato. Stamane, il violento gesto da parte del bullo che lo ha scaraventato giù dalle scale provocando al 13enne una frattura al braccio. La famiglia del ragazzo ha sporto denuncia per atti di bullismo, ma la scuola non ci sta. Infatti, la scuola sembra non prendere sul serio la vicenda, ma considera il fatto come uno screzio tra due ragazzi che è degenerato in una sorta di rissa.
Intanto, il tredicenne è finito in ospedale con una frattura scomposta e sessanta giorni di prognosi, e l’accaduto è avvenuto davanti agli occhi dei compagni che sono stati testimoni dell’aggressione fatta ai danni del ragazzo. La cosa strana e insopportabile che emerge da questa storia però non è solo il caso di bullismo verificatosi in una scuola, ma la volontà dell’istituto di tutelare i nomi dei protagonisti e anche dell’istituto stesso, forse per non essere additati o riconosciuti dai media. I fatti sono stati ricostruiti dalla denuncia della vittima, e tutelare il suo nome è anche un bene, per evitargli futuri fastidi, ma non menzionare neanche il nome della scuola sembra come non voler ammettere l’accaduto.
La vicenda rivela due aspetti dunque, da non sottovalutare: prima di tutto, il rifiuto di non considerare l’episodio come un atto di bullismo, e la volontà di non rivelare il nome della scuola. Dall’altro lato ci sta invece una famiglia che ha deciso di procedere con una denuncia, che porterà sicuramente a qualche provvedimento nei confronti di chi ha provocato l’accaduto, e servirà a far rispettare le norme civili di comportamento, da tenere in primis nella scuola.
E’ proprio la scuola che dovrebbe dare il buon esempio, e proteggere la vittima di bullismo, un fenomeno sempre più dilagante, che tante volte mette in pericolo la vita dei ragazzi. Fortunatamente l’episodio si è concluso solo con una frattura, seppur grave, al braccio, ma tante volte le conseguenze possono essere ben più gravi.