Palermo, soccorritore del 118 affrontato da un paziente a bordo dell’ambulanza

Un episodio sconcertante si è verificato a Palermo durante un intervento di soccorso. L’autista di un’ambulanza del 118 è stato affrontato fisicamente dall’uomo che pochi minuti prima aveva aiutato a rialzarsi in seguito a una caduta in strada.

Palermo, soccorritore del 118 affrontato da un paziente a bordo dell’ambulanza

 Un grave episodio di crudeltà si è verificato a Palermo, in via Perpignano, dove un autista del 118 è stato bruttalmente affrontato a bordo dell’ambulanza dallo stesso paziente che aveva appena soccorso in seguito a una caduta in strada. L’intervento, partito come una normale chiamata di emergenza, si è trasformato in pochi attimi in un incubo per l’equipaggio sanitario.

Secondo una prima ricostruzione, il paziente in apparente stato di nervosismo si sarebbe scagliato improvvisamente contro l’autista, colpendolo con crudeltà al volto. Il soccorritore ha riportato una lesione lacero-contusa al viso, che ha richiesto cure nel reparto di chirurgia plastica dell’ospedale, e la frattura di un dito, rendendo necessaria un’immobilizzazione. A causa dell’uomo, è stato richiesto l’intervento urgente di un’altra ambulanza per assistere l’equipaggio ferito e proseguire l’assistenza al paziente.

L’episodio ha suscitato sdegno e preoccupazione tra gli operatori del 118, sempre più spesso vittime di aggressioni durante il loro servizio. «Siamo stanchi di subire queste violenze denunciano autisti e soccorritori. Dopo ogni affronto ci viene promesso che saranno introdotte le bodycam, ma oltre a questo chiediamo con forza anche una campagna di sensibilizzazione pubblica. Non è più accettabile che, mentre salviamo vite, finiamo noi stessi in ospedale».

Il personale sanitario chiede maggiore tutela e rispetto, sottolineando come ogni affronto non rappresenti solo un danno fisico e psicologico, ma anche una lesione alla dignità e alla sicurezza di chi lavora quotidianamente in prima linea, spesso in condizioni difficili e sotto stress. Sulla vicenda stanno ora indagando le autorità competenti per valutare eventuali responsabilità penali a carico dell’uomo. Dopo ogni affronto ci vengono promesse le bodycam, ma servono anche campagne di sensibilizzazione e interventi concreti per tutelare la nostra incolumità.

Non possiamo continuare a finire noi in ospedale mentre svolgiamo il nostro lavoro». La Seus e le autorità competenti stanno ora valutando eventuali azioni legali nei confronti dell’uomo, mentre cresce l’appello del personale sanitario per ottenere maggiore protezione, strumenti di prevenzione e un riconoscimento concreto dei rischi quotidiani affrontati sul campo.

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