Palermo, l’appello di mamma Giovanna: "Voglio abbracciare chi ha gli organi di mio figlio”

Giovanna Guadagna, madre del 17enne morto la scorsa domenica in un incidente stradale, ha dato l'assenso all'espianto degli organi del figlio. Ma ora chiede su Facebook: "Permettetemi di conoscere le vite che salverà".

Palermo, l’appello di mamma Giovanna: "Voglio abbracciare chi ha gli organi di mio figlio”

Giovanna Guadagna è una mamma che ha appena perso suo figlio, quando lui aveva solo 17 anni. La tragedia è accaduta a Palermo, nell’ospedale Civico dove Silvio Signorelli si trovava ricoverato: era il 6 gennaio, il giovane era stato coinvolto in un terribile incidente stradale tre giorni prima, e da allora lottava disperatamente tra la vita e la morte.

Purtroppo però il suo corpo alla fine ha ceduto, e si è spento nel reparto di Seconda rianimazione, nonostante il disperato intervento chirurgico per tentare di ridurre l’ematoma cerebrale e le fratture rimediati nel corso dello schianto. Nonostante la tragedia però, i genitori di Silvio diedero subito l’assenso all’espianto degli organi, affinché la morte del loro ragazzo non risultasse vana.

Oggi mamma Giovanna è tornata a parlare di quella tragica notte, e l’ha fatto attraverso Facebook, chiedendo che le venga data la possibilità di conoscere coloro che potranno sopravvivere grazie agli organi donati dal corpo di suo figlio.

Vi chiedo di condividere questo messaggio più che potete – ha scritto la donna sul suo profilo Voglio raggiungere chi ha ricevuto gli organi di mio figlio per condividere con loro l’immensa gioia che Silvio vi ha permesso di vivere. Lui era pieno di gioia e amore per la vita. Grazie a chi mi aiuterà“.

Un appello strappalacrime che ha subito ottenuto un gran numero di condivisioni, allo scopo di rintracciare le persone che hanno ricevuto gli organi del 17enne, e che ora grazie a quelle operazioni potranno continuare a condurre una vita serena. Una richiesta apparentemente del tutto legittima, da parte di una mamma che ha perso il suo ragazzo, e che ora può consolarsi solamente sapendo che piccole parti di lui vivono ancora in chi ha avuto la fortuna di ereditarle.

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