Palermo: i negozianti si ribellano al pizzo. 22 arresti

I negozianti di Bagheria, in provincia di Palermo, si ribellano al pizzo e denunciano i loro estorsori. Questo ha portato i Carabinieri a poter eseguire ben 22 arresti tra le famiglie che si occupavano di questa attività illecita

Palermo: i negozianti si ribellano al pizzo. 22 arresti

22 arresti per mafia a Bagheria, in provincia di Palermo. I negozianti si ribellano al pizzo e denunciano i boss, mettendoli ko.

È questo quello che è successo in queste ore in cui i carabinieri di Palermo hanno eseguito 22 arresti importanti tra capi e semplici gregari del mandamento mafioso di Bagheria. Le accuse per gli arrestati sono di vario titolo e vanno dalla estorsione, al sequestro di persona ed all’associazione per delinquere di tipo mafioso.

Arresti che arrivano dopo diversi mesi di indagini importanti. A dare il via a tutto la denuncia da parte dei commercianti di Bagheria, stanchi di pagare il pizzo, che hanno deciso di portare alla luce l’estorsione e ribellarsi ad un dictat che non accettano più.

Il fenomeno del cosiddetto “pizzo” coinvolge spesso tantissimi negozianti, vessati e costretti al pagamento di somme di denaro importanti per poter continuare il loro lavoro senza subire intimidazioni di qualsiasi tipo. I commercianti di Bagheria, però, hanno detto basta ed hanno deciso insieme di ribellarsi a questo trend che li rende sempre più succubi e sempre più in difficoltà.

In una condizione, quindi, di crisi economica, i commercianti vengono spesso gravati da spese in più che non sono strettamente pertinenti all’attività stessa. Dopo anni ed anni di sopportazione e di silenzio ecco che sempre più commercianti ed imprenditori stanno uscendo dal silenzio, denunciano alle autorità tutto quello che subiscono, consentendo operazioni di polizia importanti come quella che si è svolta in queste ore e che ha portato all’arresto di ben 22 persone.

Un duro colpo, quindi, per la criminalità organizzata che non può più contare sul silenzio e la paura dei commercianti ma deve fare i conti con la loro stanchezza e la loro voglia di poter lavorare nel miglior modo possibile senza sottostare a ricatti di alcun tipo. Chissà che questa serie di arresti non sia solo la prima di una lunga serie.

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