I social network aiutano lo sviluppo delle imprese, ma anche le attività e le iniziative più strane. È il caso dei cosiddetti Supper club, delle case private trasformate in autentiche trattorie nelle quali recarsi per mangiare. È la nuova moda che sta dilagando in questo momento. Si tratta di un fenomeno già molto famoso in altre città d’Europa, come Parigi, Londra, Amsterdam e Berlino, dove viene chiamato “Hidden eatery”, ma che ha avito inizio nel 2008 a New York.
Si tratta di case private trasformate in vere e proprie trattorie dove persone completamente sconosciute ai proprietari dell’appartamento di turno, possono andare a consumare un pasto portando le bevande e pagando una piccola quota in denaro. Ovviamente, il tutto avviene senza scontrini o fatture di alcun tipo, il che rende questa operazione illegale nel nostro paese.
Questa nuova moda, però, sta iniziando a diffondersi anche in Italia, soprattutto a Palermo. “Amo la tavola come armonia di sapori, come momento di scambio e di comunicazione. Amo cucinare per i miei ospiti perché questo è, per me, un gesto d’amore”: è questo lo spirito, che anima chi decide di aprire la propria casa a perfetti estranei in cambio di donazioni. Per non cadere nell’illegalità, le location sono mantenute segrete fino all’ultimo e le persone che partecipano all’evento sono sempre poche. A Palermo il prezzo di una cena di questo tipo varia dai 20 ai 40 euro ed il fenomeno sta prendendo sempre più piede. Tra quelli al momento conosciuti ci sono un appartamento all’interno di un palazzo d’epoca, dove si servono piatti tipici del capoluogo palermitano, un altro in via Alloro, un club vicino via Roma ed un altro ancora in una villa liberty a Mondello.
Per trovarli si deve fare affidamento al passaparola oppure cercarne traccia su Facebook o Twitter. Si tratta di una moda molto singolare, che vede un ritorno all’intimità e ad un evento fra poche persone, che sebbene non si conoscano, vivono una situazione estremamente intima. Non si va soltanto alla ricerca di una buona cucina, quindi, ma anche di quel calore familiare ed intimo che manca in un normale ristorante. Il fenomeno, ovviamente, non è visto di buon occhio dai vari ristoratori palermitani dal momento che si tratta comunque di operazioni assolutamente illegali.