Sbarcata al porto di Palermo questa mattina la nave “Etna”: a bordo 767 migranti, tra cui anche 68 minori e 15 feriti gravi, che sono stati trasferiti subito in ospedale. Tra loro anche i 39 superstiti del naufragio avvenuto davanti alle coste libiche e le 10 salme dei migranti che hanno perso la vita durante la traversata. Momenti di forte tensione hanno vissuto i migranti durante il viaggio, poiché alcuni superstiti erano provati dalla perdita dei loro familiari e alcuni di loro erano ustionati e gravemente feriti, oltre ad essere affetti dalla scabbia che si è ormai propagata.
Dalle prime notizie, gli immigrati sarebbero per la maggior parte provenienti dalla Guinea, dalla Costa d’Avorio e dal Ghana, e almeno 550 dovrebbero trovare posto nel centro di accoglienza della Caritas e in diverse parrocchie della città. Le 10 bare sono state condotte sul molo, e tutte le operazioni di sbarco sono state assistite dal prefetto Francesca Cannizzo e dal sindaco Leoluca Orlando. Almeno 30 persone sono state trasferite in ospedale con pericolosi casi di scabbia e sospetto anche di tubercolosi, e stanno ricevendo le cure all’Ospedale Civico di Palermo.
La procura ha aperto intanto un’indagine sul naufragio avvenuto davanti alle coste libiche, quando un gommone con circa 90 persone a bordo si sarebbe ribaltato provocando la morte di circa 50 migranti. Solo dieci corpi sono stati recuperati e sono quelli che adesso si trovano dentro le bare sul molo. Saranno condotte delle indagini per accertare l’identità del pilota del gommone, se lo scafista è ancora vivo e per verificare le reali condizioni dell’equipaggio. Un’altra voce, di cui ancora non vi è certezza, è quella che un altro gommone sia partito ma che si sia inabissato completamente.
Palermo ha messo a disposizione anche le chiese per ospitare i migranti, in una situazione che è ormai terribile: molti sono stati sistemati nella chiesa sconsacrata di San Carlo, dove sono state posizionate decine di brande per accoglierli. Nel centro di accoglienza, oltre al posto letto a numerosi rifugiati e indigenti, vengono preparati circa 200 pasti per palermitani poveri. Letti anche nell’ex scuola del Villaggio Ruffini, che già si è riempita di oltre 200 persone che non hanno dove andare.