Pakistan, attacco kamikaze provoca 65 morti e molti feriti

Centinaia di feriti e almeno 65 morti per un attacco in Pakistan. A provocarlo un kamikaze che si è fatto esplodere in mezzo alla folla mentre era in corso una celebrazione dei Rangers davanti al passo di confine con l'India

Pakistan, attacco kamikaze provoca 65 morti e molti feriti

Un gravissimo attentato si è verificato ieri a Islamabad, in Pakistan al passo di confine con l’India di Wagah. Il bilancio è di almeno 65 morti e secondo le informazioni riportate dai media locali, tra le vittime oltre a dieci donne ci sono sette bambini e tre uomini che fanno parte del reparto paramilitare dei Rangers. I feriti sono almeno 100 e hanno riportato danni in diverse parti del corpo. Le persone bisognose di cure sono state trasportate in ospedale.

La tragedia è stata causata da un’esplosione violenta che comprendeva almeno 10-15 chili di esplosivo ed è avvenuta mentre si stava celebrando una cerimonia militare che si tiene ogni sera proprio nel punto del valico. A provocarla un kamikaze che aveva addosso l’esplosivo e che si trovava in mezzo alla folla, consapevole di ciò che stava facendo e insospettabile perché ritenuto una delle tante persone che assisteva alla cerimonia.

Dalle indagini è risultato che il kamikaze era sfuggito ad altri quattro posti di controllo e alla fine si era andato a piazzare davanti al punto di ristoro dove è poi avvenuta l’esplosione. L’improvvisa detonazione ha colto di sorpresa tutti i presenti, coinvolgendo parte delle strutture presenti e ha causato gravi danni oltre ai morti. Per provvedere a ripristinare il passo e per prevenire altri attacchi del genere, al momento ogni passaggio attraverso il valico è stato sospeso per tre giorni. Un tempo non indifferente considerando che questa è l’unica strada che mette in comunicazione l’India con il Pakistan, e quindi è impossibile tenerla chiusa per più giorni. 

Una dura reazione del premier indiano Narendra Modi è stata pubblicata ieri su Twitter. Il premier ha definito l’attacco un “gesto orrendo” e ha manifestato sentimenti di dolore e solidarietà per le vittime e le loro famiglie. Il bilancio sembra aumentare di ora in ora, designando questo attacco come una delle stragi più violente in Pakistan. Dopo la strage è stata pubblicato in televisione prima una rivendicazione da parte di  “Jandullah”, un gruppo estremista islamico, poi da parte di “Jamatul Ahrar”, un altro gruppo che sembra appartenere ai talebani pachistani. Ahsanullah Ahsan, il portavoce del gruppo, ha dichiarato che gli attacchi continueranno.

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