Padova, il parroco proibisce a un gruppo di cantare Bella ciao: "Qui né rosso, né nero"

La banda del paese canta "Bella ciao", ma il prete non gradisce interrompendo l'esecuzione e scatenando la rivolta e le polemiche sui social che non appoggiano il suo operato.

Padova, il parroco proibisce a un gruppo di cantare Bella ciao: "Qui né rosso, né nero"

Alcune decisioni dei parroci possono far sussultare, ma quando si intona un canto come Bella ciao, forse bisognerebbe esserne contenti e fieri. Peccato che non sia lo stesso pensiero del parroco di Padova che ha proibito che un gruppo cantasse l’inno di Bella ciao, in quanto non conforme ai suoi principi e valori. Una decisione che sta creando molte polemiche e critiche. Il fatto è accaduto a Padova dove il parroco Gianandrea Di Donna ha stoppato la banda musicale che intonava le note di questo brano. 

La banda musicale si stava esibendo sul sagrato della chiesa in seguito a una manifestazione autorizzata. Per il parroco, quella canzone è espressione politica e quindi non adatta a essere cantata sul sagrato del duomo dove lui svolge la messa. Un episodio accaduto sabato sera in seguito a una delle organizzazioni del Comune scatenando una miriade di polemiche. 

Il parroco, non appena ha sentito il brano, ha invitato la banda a interrompersi. Un episodio che è stato ripreso anche in un video pubblicato e diffuso sui social dall’Anpi, l’associazione dei partigiani che ha inviato una lettera al prete con questo testo: “Reverendo dal suo intervento deduciamo che lei si è sentito in dovere di intervenire perché Bella Ciao’, canzone a suo avviso rossa, costituirebbe oltraggio e contraddizione inaccettabile rispetto alla sacralità del luogo di esecuzione (il sagrato). Facciamo osservare che Bella Ciao è un canto che esalta la Resistenza, la Libertà, i partigiani morti per la libertà. Non è un canto ‘rosso’: è un canto per la Resistenza”.

Il comune ha provato a dare la sua versione dei fatti dicendo che si tratta di una manifestazione positiva che ha il compito di valorizzare determinati valori e ideali. Secondo Francesca Becciolini, l’assessora, non si tratta di censura da parte del parroco, in quanto si tratta di valori che sono molto importanti e sono patrimonio della città. 

La Diocesi, come volevasi dimostrare, appoggia l’operato del parroco. Secondo la Diocesi, pur essendo un canto partigiano, si tratta di un brano fraintendibile con riferimenti preoccupanti e divisibili. Il parroco è intervenuto per difendere lo spirito del luogo, evitando che possano esserci diverbi politici.

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