Padova. Cade la giunta del sindaco Massimo Bitonci

Un altalenarsi di alleanze e riflessioni sull'operato della giunta comunale guidata dal sindaco Massimo Bitonci ha portato ieri, 11 novembre 2016, 17 consiglieri davanti ad un notaio con lo scopo di togliere la fiducia al sindaco.

Padova. Cade la giunta del sindaco Massimo Bitonci

Su 32 consiglieri, 17 (la metà più uno), ieri sera verso le 23, dopo trattative e discussioni, si sono recati da un notaio in via Santa Lucia per sfiduciare il sindaco leghista di Padova, Massimo Bitonci.

Caduta la giunta, un commissario reggerà Padova a Palazzo Moroni, in attesa di nuove elezioni, che probabilmente si terranno in primavera

Bitonci, “sindaco di tutti”, come amava definirsi, dopo due anni, cinque mesi e tre giorni, torna ad essere un semplice cittadino. L’assessore alla Sicurezza, Maurizio Saia, con un po’ di amarezza, racconta i grandi progetti per cambiare il volto alla città di Padova del sindaco uscente (già sindaco di Cittadella), quando era entrato a palazzo Moroni, con molte idee completamente nuove e contrapposte all’operato del centrosinistra uscente (prima con Zanonato, e poi con Rossi). 

Saia aveva annunciato le sue dimissioni al giornale “Il Mattino”, quando già c’era stato un blitz in Procura per verificare le spese del comando di Polizia locale, circostanza che aveva incrinato i rapporti. Dopo Saia, si allontanarono da Bitonci i moderati, quindi i rappresentanti di Forza Italia, e – per ultimi – gli alleati che hanno cominciato a dubitare del sindaco che amava seguire progetti propri.

Pesano le riflessioni di Maurizio Saia, e sicuramente non lasceranno indifferente l’ormai inevitabile campagna elettorale: «C’è stato un tradimento del programma elettorale e del patto politico. Non c’è mai stato confronto: Bitonci non ha mai coinvolto nessuno, non è stato corretto né leale. Ha tradito il profilo da “pontiere” che l’aveva fatto vincere, e la voglia di cambiamento che aveva interpretato. Oggi non è neanche più il sindaco della Lega. È un uomo solo». 

Proprio oggi, a Firenze, il Carroccio mette insieme i suoi 300 sindaci, e mancherà Bitonci, almeno nella veste di sindaco, fino a ieri capo della più grande città italiana governata dalla Lega. Una battaglia – denuncia Salvini – perché significa schierarsi contro la Lega, mettendo a soqquadro ogni alleanza.

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