E’ durata due anni la musica alla stazione ferroviaria di Padova. Ora resta il silenzio, meglio il brusio della gente che va e viene e la voce che annuncia i treni in partenza, in arrivo e in ritardo, insieme a quell'”allontanarsi dalla linea gialla“. Il pianoforte nero e lucido Yamaha, chiamato C 3 a coda, che era stato postato gratuitamente in stazione, all’angolo di fronte al buffet Rustichelli& Mangione, da Alberto Bettin, imprenditore del settore in accordo con Cento Stazioni, è stato portato in laboratorio per la riparazione.
Alberto Bettin, titolare dell’azienda “Bettin Pianoforti“, fondata nel 1925, in via Dante, dal padre Mario Agostino, amareggiato afferma che “A tutto c’è un limite. Già in passato vandali anonimi avevano danneggiato il piano, che, nuovo, vale 30.000 euro. Quello che è successo, però, due settimane fa, ha superato ogni limite. Sono stati rotti il sedile, la parte sopra i tasti, una gamba ed anche il palo di sostegno. In pratica ho subìto danni per tremila euro”.
Il pianoforte è stato portato in laboratorio per verificarne le condizioni e farlo riparare, così com’era ridotto non poteva continuare a stare in stazione, non aveva più alcun significato. Il papà dei pianoforti, Made in Padova è ancora indeciso se, una volta sistemato deciderà di riportarlo in stazione, al suo posto, afferma “Ho già contattato i dirigenti locali di Centostazioni, ma mi hanno già detto che devo mettermi in contatto con i colleghi di Roma. Mi dispiace tanto, ma, in questo mondo, ci sono anche persone che non rispettano le regole vigenti causando degrado sia in stazione che nei luoghi limitrofi“.
Un po’ di tristezza attraversa i volti di chi – passando – era abituato ormai alla musica. In particolare i clienti abituali del pianoforte non potranno più suonare, tra tutti l’uomo dai guanti bianchi, solito ad esibirsi in melodie davvero struggenti, strappando applausi dai passanti.