Padova, 14enne muore a scuola. Il preside si difende: “Il defibrillatore non è un obbligo” (2 / 2)

I medici hanno dichiarato l’arresto cardiaco, con successivi episodi dello stesso fenomeno cardiologico; Anna aveva subito ben 3 arresti cardiaci consecutivi, senza possibilità di ripresa, il tempo che è rimasto in ipossia è stato troppo lungo, e per i medici è stato inutile ogni manovra di rianimazione o intervento coronarico. Dopo una lunga notte di interventi terapeutici, provando tutto ciò che era possibile fare, i medici sono stati costretti a dichiarare la morta cerebrale della ragazzina.

La scuola, gli amici e i parenti sono straziati da questa perdita, e la professoressa Luisa Cacciavillani afferma: “Purtroppo nel 2020 non è ancora possibile prevenire un arresto cardiaco. È possibile però diffondere la cultura della rianimazione, di cui il defibrillatore è il cardine“, il preside della scuola inoltre si difende da eventuali accuse, affermando: “Il defibrillatore non è un obbligo nelle scuole“, ciò appare essere vero ma di certo ci sarebbe da aprire una tematica a riguardo.

I familiari di Anna, straziati dal dolore della perdita della ragazza, hanno consentito la donazione degli organi; la ragazza lascia il padre Alessandro Modenese, la madre Claudia e il fratello minore. Eventi del genere che, se pur non frequenti, non appaiono rari in strutture scolastiche, e la scelta di installazione di un defibrillatore cardiaco, molto probabilmente, avrebbe salvato la vita dalla ragazza.