In ospedale sono diversi i casi di malasanità che gli operatori possono commettere durante una diagnosi, una terapia o anche il travaglio. Una ostetrica dell’ospedale di Brescia, proprio durante la fase di travaglio, ha commesso un errore provocando dei seri danni a un bambino che ora pagherà per il resto della vita. Ora l’ostetrica dovrà risarcire l’azienda del valore di mezzo milione di Euro.
Un caso di negligenza cominciato nel 2015 che è poi stato ricostruito e raccontato in base a quanto spiega il Corriere della Sera. In base all’articolo sul Corriere, l’ostetrica che lavorava presso l’Asst Franciacorta, azienda socio sanitaria di Brescia, ha commesso un errore durante il monitoraggio della frequenza cardiaca per cui ha causato seri danni al piccolo.
Il giudice della Regione Lombardia della Corte dei Conti con la sentenza che è stata emanata nella data del 14 febbraio 2023 ha identificato e riconosciuto le responsabilità della donna, quindi dell’ostetrica, per cui ora dovrà versare l’azienda nella quale ha lavorato di una somma del valore di 500 mila Euro.
Durante il momento del parto, avvenuto presso l’ospedale di Chiari, il bambino è rimasto per diverso tempo senza ricevere ossigeno e questa è stata la causa dei danni permanenti subiti. In seguito alla paralisi cerebrale, la famiglia del bambino fece querela, per poi ritirarla e venne risarcita, da parte dell’azienda socio sanitaria, con un milione e mezzo di Euro.
L’ostetrica e la ginecologa sono poi state in giudizio dopo che l’azienda ha inviato una segnalazione alla Corte dei Conti fino alla sentenza nei confronti della responsabile, ovvero l’ostetrica. Quel giorno, in base al tracciato della frequenza cardiaca, si è evidenziata una sofferenza del feto che è poi rientrata grazie alla ginecologa che ha ripristinato i giusti parametri.
A quel punto, era compito dell’ostetrica valutare il monitoraggio della frequenza cardiaca per poi segnalarlo in caso di problemi e anomalie. L’ostetrica non si è resa conto delle condizioni sofferenti e preoccupanti del bambino e non ha neanche avvertito la ginecologa, come avrebbe dovuto fare.
La mancata omissione e non aver contattato, come suo dovere, la ginecologa “costituiscono indubbiamente omissioni gravemente colpose dalle quali è derivato il danno permanente al nascituro”. Soltanto verso le 23.45, l’ostetrica ha deciso di avvisare il personale esperto, ma era già troppo tardi.
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