La crudeltà umana non conosce limiti, in certi casi e quanto accaduto a Lecce ne è un esempio lampante. Una storia davvero da brividi, la cui vittima è un ragazzo, “colpevole” d’essere sordomuto e affetto da deficit cognitivo, abusato in casa, approfitttando dell’assenza della compagna o in un casolare di campagna.
Il giovane 30enne disabile sarebbe stato abusato sessualmente dal compagno della madre, che avrebbe filmato tutte le violenze, minacciandolo che se lo avesse riferito a qualcuno, l’avrebbe picchiato. Ma l’orrore non si è fermato a questo perchè l’orco, un artigiano 50enne, avrebbe inviato il video di uno dei rapporti sessuali non consenzienti avuti con la vittima, ad alcuni suoi contatti Facebook.
L’accaduto
Questa storia di violenza nei confronti di un giovane indifeso a causa della sua disabilità arriva da Monteroni e il gup di Lecce, Marcello Rizzo, ha condannato l’uomo a 5 anni di reclusione con le accuse di violenza sessuale aggravata e diffusione illecita di video e immagini sessualmente espliciti. Nei confronti della vittima è stato riconosciuto il risarcimento del danno per 50mila euro,come riportato da Fanpage.it. L’inchiesta è scattata dopo l’invio sul cellulare di una ragazza conosciuta sui social di diversi video porno, tra cui quello col figliastro.
La sostituta procuratrice Giorgia Villa, titolare delle indagini, aveva chiesto una pena maggiore, a 7 anni. L’uomo era finito in carcere nel luglio del 2020, su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Sergio Tosi, salvo poi ottenere i domiciliari, ai quali è oggi sottoposto, attraverso l’avvocato difensore Stefano Pati.Durante gli accertamenti della magistratura, fu disposta anche una perizia psicodiagnostica nei riguardi del ragazzo, che accertò la sua capacità a testimoniare.
Il giudice Rizzo ha imposto nei confronti dell’indagato anche l’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all’amministrazione di sostegno, l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici, e che, a pena espiata, sia sottoposto per un anno, alle misure di sicurezza del divieto di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con minori e dell’obbligo di tenere informati gli organi di polizia sulla propria residenza e sugli eventuali spostamenti. Non appena saranno depositate le motivazioni del verdetto (entro sessanta giorni), la difesa valuterà il ricorso in appello.