Omicidio Vannini, oggi è il giorno del verdetto: attesa la sentenza della Cassazione

Sono ore di attesa per il caso dell'omicidio di Marco Vanni. Proprio nel pomeriggio, infatti, è attesa la sentenza della Cassazione che potrebbe dare dignità e giustizia all'uccisione del giovane.

Omicidio Vannini, oggi è il giorno del verdetto: attesa la sentenza della Cassazione

Questo è un giorno decisivo per il caso riguardante l’omicidio del 20enne Marco Vannini. Proprio nel pomeriggio, infatti, è atteso il verdetto della Cassazione. Marco,ricordiamo, venne ucciso da un colpo di pistola esploso da Antonio Ciontoli e dai soccorsi ritardati, mentre si trovava nella villetta della sua fidanzata Martina Ciontoli, a Ladispoli

Marina Conte e Valerio Vannini, genitori di Marco, sono entrati nella sede della Corte di Cassazione di Roma. Per Marina è il giorno dell’ultima battaglia, quella più importante, aspettandosi una sentenza che dia dignità e giustizia al suo Marco, ponendo fine al calvario giudiziario che rischia di portare tutta la famiglia Ciontoli alle sbarre.

Cosa potrebbe fare la Cassazione

Una delle possibilità è che la Cassazione confermi la sentenza della Corte d’Appello Bis che ha condannato Antonio Ciontoli a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale, mentre la moglie Maria e i figli Martina e Federico per concorso anomalo in omicidio volontario a 9 anni e 4 mesi. La sentenza è attesa per il pomeriggio di oggi.

I genitori di Marco confidano nella giustizia e, riguardo ai Ciontoli, affermano che sono stati 6 anni in silenzio, mettendosi a parlare sui social a ridosso della Cassazione, sperando di incidere sulla sua decisione e aggiungendo che i giudici hanno ormai ben chiaro tutto quello che è successo, anche perchè parlano le carte.

Le parole di Martina e Federico

Mentre Martina Ciontoli, fidanzata all’epoca dei fatti di Marco Vannini, rivolge una lettera ai giudici, dicendo che quella notte in cui Marco fu ucciso per mano di suo padre, per uno scherzo, lei non aveva capito niente e Marco, invece, stava morendo; il fratello Federico Ciontoli, invece, ha preso le distanze dalla famiglia, dicendo di non voler sfuggire  alle sue responsabilità ma che non è, nè sarebbe mai stato complice del padre nel far morire una persona. 

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