Omicidio-suicidio a Torino: 78enne uccide la moglie nel sonno e poi si spara con la stessa arma

La scorsa notte, un uomo di 78 anni ha ucciso ma moglie mentre dormiva e poi si è tolto la vita, sparandosi con la stessa pistola un colpo alla tempia. In casa i militari hanno trovato un biglietto scritto dall'assassino prima di uccidersi.

Omicidio-suicidio a Torino: 78enne uccide la moglie nel sonno e poi si spara con la stessa arma

Omicidio-suicidio la scorsa notte a Torino, dove un uomo di 78 anni, Bruno Daniele, ha ucciso la moglie, Marita Ivana Pennacchio, di 75 anni nell’appartamento di via San Quintino, dove i coniugi, originari della Puglia, vivevano, per poi suicidarsi con un colpo di pistola alla tempia.

L’uomo, dopo aver colpito a morte la moglie, ha preso il telefono e digitato il 112, confessando l’omicidio alle forze dell’ordine. Poi ha impugnato la stessa pistola con cui ha sparato mortalmente alla moglie e si è ucciso.

La ricostruzione della tragedia

I carabinieri, giunti sul posto, allertati dallo stesso omicida-suicida, hanno ritrovato i due cadaveri. Il 78enne era sul pavimento del soggiorno, mentre la moglie a letto. Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, è probabile che il marito le abbia sparato nel sonno. In casa i carabinieri hanno trovato un biglietto, presumibilmente lasciato dall’uomo prima di compiere l’atroce gesto.

In poche righe, avrebbe spiegato quanto stava per compiere, chiedendo scusa ai figli. Sembra che la pistola fosse regolarmente detenuta dal 78enne. I militari dell’Arma stanno ricostruendo il movente. L’omicida-suicida era nato a Bari, la moglie a Valenzano (Bari). In via San Quintino sono intervenuti i carabinieri del nucleo radiomobile e del nucleo investigativo.

Dopo la tragedia,consumatasi all’interno dell’appartamento sito nel centro cittadino, è caccia al movente, sul quale, probabilmente, nel proseguimento della giornata, avremo ulteriori aggiornamenti. La strage di donne, nonostante il lockdown che ha costretto alla convivenza forzata anche molte donne con rapporti difficili in famiglia e le donne in via di separazione spesso da mariti e compagni violenti non ci sia più, continua.

A differenza di quanto si sarebbe portati a pensare, lo strumento più frequentemente utilizzato negli omicidi in famiglia non sono, infatti, le “armi improprie” (coltelli, oggetti metallici, lacci, ecc.), che sono a disposizione di tutti, bensì le armi da fuoco e, tra queste, soprattutto le armi legalmente detenute. Tutto questo dovrebbe portarci a riflettere.

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