Omicidio Paolo Stasi, la droga forse il movente del crimine di Francavilla Fontana

Emergono ulteriori novità circa l'omicidio del 19enne avvenuto lo scorso 9 novembre 2022 in provincia di Brindisi, forse alla base del delitto ci sarebbe una partita di droga non pagata, la quale sarebbe stata utilizzata regolarmente da madre e figlio.

Omicidio Paolo Stasi, la droga forse il movente del crimine di Francavilla Fontana

Ci sono dei risvolti a dir poco inquietanti sulla vicenda dell’omicidio di Paolo Stasi, il 19enne di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, ucciso la sera del 9 novembre 2022 nei pressi della sua abitazione. Secondo quanto si apprende da indiscrezioni fornite dalla stampa locale, alla base del delitto ci sarebbero motivi legati alla droga. Soprattutto, forse, ad una partita di droga non pagata. Quello che sembrava essere un delitto senza movente alcuno comincia a far intravedere dietro tutt’altra storia. 

Nel frattempo i carabinieri stanno continuando a lavorare per cercare di capire per bene che cosa abbia portato ad un gesto così folle. Si diceva della droga. Edè poprio attorno allo spaccio e al consumo di sostanze stupefacenti che si starebbero concentrando le indagini dei militari dell’Arma, in quanto la stessa madre della vittima avrebbe confessato che uno dei due giovani attualmente indagati per l’azione criminosa avrebbe ceduto regolarmente droga sia a Stasi che a sua madre.

Un delitto appartentemente senza risposta

Ad un primo esame dei fatti, nei momenti immediatamente seguenti l’azione crimonosa, parevano non esserci risposte dinanzi ad un gesto così brutale, ovvero il delitto di un ragazzo di soli 19 anni. La famiglia Stasi gode di una ottima reputazione in tutta Francavilla, così come lo era la stessa vittima. Un ragazzo apparentemente senza grilli per la testa, ma che avrebbe quindi potuto frequentare alcune persone molto vicine al mondo della droga. 

Il giovane indagato, scrivono i giudici, avrebbe ceduto in modo continuativo sostanze stupefacenti a diverse persone “nella specie a D’Errico Annunziata”, di 52 anni, madre della vittima, “nonché al figlio di quest’ultima Stasi Paolo”. Le cessioni di droga secondo chi indaga sarebbero avvenute in maniera continuata da oltre un anno, con cadenza giornaliera. 

 Dagli atti emerge anche che a casa di Stasi “era stato custodito e confezionato, per la successiva cessione a terzi, lo stupefacente”. Sicuramente a breve si potranno conoscere ulteriori dettagli su questo assurdo caso di cronaca che ha scosso, e non poco, la provincia di Brindisi. Francavilla rimane con il fiato sospeso. 

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