Omicidio Noemi: si vuole verificare se la denuncia poteva evitarne la morte

Aperto un fascicolo sulla procura per i minorenni del luogo dal Consiglio superiore della magistratura, dato che la mamma di Noemi aveva segnalato la pericolosità del 17enne.

Omicidio Noemi: si vuole verificare se la denuncia poteva evitarne la morte

Tramite l’ispettorato, il ministro della Giustizia ha avviato gli accertamenti preliminari sulla procura per i minorenni di Lecce, a cui erano pervenute le segnalazioni della mamma di Noemi contro il fidanzato 17enne di sua figlia, reo confesso dell’omicidio. Ora si dovrà verificare se l’omicidio di Noemi si poteva evitare.

Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura ha affermato che, ora, anche il C.S.M (Centro Salute Mentale) dovrà verificare se ci siano stati eventuali problemi ed omissioni in merito alla denuncia della madre di Noemi. Così, si apre la pratica sul caso.

Il sindaco di Specchia ha spiegato che, lo scorso giugno, il Tribunale per i minorenni di Lecce aveva chiesto una relazione sulla situazione famigliare di Noemi al servizio di assistenza sociale del Comune di Specchia. In base a questa relazione, e ad altre valutazioni autonome del Tribunale, era stato emesso un provvedimento di presa in carico della ragazza da parte dei servizi sociali.

Tale provvedimento sarebbe arrivato ai servizi il 5-6 settembre. Inoltre, il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura ha affermato di non poter fornire, allo stato attuale, una risposta alla terribile domanda: la morte della 16enne poteva essere evitata? Poi, ha spiegato che la prima commissione consiliare del Csm ha espressamente chiesto al comitato di presidenza di aprire un’attività di accertamento su questa vicenda.

Il comitato si riunirà martedì mattina, esaminerà questa richiesta, e lo farà alla luce dei fatti che sono noti (l’appello della mamma di Noemi, la povera ragazza uccisa barbaramente dal fidanzato), per verificare se ci siano stati problemi, omissioni, oppure no. Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura ha concluso: “Eviterei adesso di anticipare o affrettare il giudizio di qualsivoglia genere. Ciò che è certo è che ce ne occuperemo”.

Questa relazione, chiesta dai magistrati minorili di Lecce, era probabilmente una conseguenza delle denunce incrociate tra le due famiglie, quella di Noemi e quella del 17enne. Tra l’altro, è emerso anche che nelle due famiglie c’era una situazione di disagio tale che aveva portato i servizi sociali a chiedere al Sert (Servizio Tossicodipendenze) di prendere in carico anche Noemi.

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