Omicidio Noemi Durini: condannato il fidanzato Lucio Marzo a 18 anni e 8 mesi

Il Tribunale dei minorenni di Lecce ha condannato Lucio Marzo a 18 anni e 8 mesi per l'omicidio della fidanzata Noemi Durini avvenuto il 3 settembre del 2017.

Omicidio Noemi Durini: condannato il fidanzato Lucio Marzo a 18 anni e 8 mesi

E’ stato condannato a 18 anni e 8 mesi dal Tribunale dei Minorenni di Lecce con rito abbreviato, Lucio Marzo, reo confesso dell’omicidio della fidanzata Noemi Durini, uccisa il 3 settembre 2017.

Il Tribunale ha accolto praticamente quasi in toto le richiesta avanzate dal PM Anna Carbonara che aveva richiesto 18 anni per l’omicidio ed un altro anno e mezzo per reati connessi.

La sentenza e le dichiarazioni

Il difensore di Marzo, l’avv. Luigi Rella, ritenendo la pena troppo aspra, aveva contro richiesto una nuova perizia psichiatrica, l’applicazione delle attenuanti generiche, l’esclusione della premeditazione e la riqualificazione del reato di soppressione di cadavere in occultamento. Richieste tutte rigettate dal Tribunale. L’avvocato Rella dunque dopo la sentenza ha dichiarato che attenderà le motivazioni per poi poter proporre appello. Ha ribadito anche che il suo assistito sta molto male ed ha bisogno di aiuto.

La mamma di Noemi, Imma Rizzo, invece ha espresso tutto il suo dolore per la perdita della figlia ed ha aggiunto anche che nonostante la sentenza a 18 anni, lei non è ugualmente soddisfatta perchè nessuno le riporterà indietro sua figlia. La signora Rizzo desiderava una condanna ancora più dura, a 30 anni. Non si possono quantificare gli anni per un gesto così atroce. I genitori pensano che la verità processuale emersa fino ad ora non è completa. Secondo loro, la dinamica dell’omicidio si sarebbe svolta in modo difforme a come è stata raccontata in aula.

I genitori di Noemi forse pensano ad un coinvolgimento del padre di Lucio nella vicenda, che però è stato scagionato all’accusa di occultamento di cadavere. Attendono altri risvolti processuali per far emergere un quadro più completo dell’evento criminoso. Sono più agguerriti che mai nel fare emergere quello che è successo veramente quel maledetto 3 settembre 2017. 

Si attendono quindi le motivazioni della sentenza per poter dare il giudizio d’appello.

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