La Cassazione ha depositato le motivazioni dell’assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.
“Clamorose defaillance investigative” afferma la Cassazione nelle motivazioni di ben 52 pagine che spiegano perché Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati assolti dopo essere, invece, stati condannati in primo grado.
Secondo i giudici, infatti, manca un “esame probatorio” che provi “oltre ogni ragionevole dubbio” che i due ex fidanzatini abbiano ucciso Meredith Kercher quella terribile notte. Secondo la Suprema Corte, infatti, enza questi vuoti investigativi invece presenti si sarebbe potuti arrivare alla condanna o all’assoluzione piena senza alcuna ombra di dubbio.
A nuocere alle indagini ed allo stesso processo, come dichiarato dai giudici, la fortissima pressione mediatica. L’omicidio di Meredith, infatti, ha scosso molto l’opinione pubblica che in ogni fase ha seguito tanto questo caso, sin dalle prime battute.
Tutto questo è provocato “una improvvisa accelerazioni delle indagini nella spasmodica ricerca di colpevoli da consegnare” ed ha in qualche modo influenzato l’operato di tutto coloro che hanno lavorato a questo caso.
Secondo i giudici, infatti, sarebbe inutile riprocessare sia la Knox che Sollecito dal momento che determinati accertamenti sono impossibili da ripetere e quindi i dubbi che si sono presentati in questi anni finirebbero per rimanere.
I giudici, inoltre, sottolineano come sulla scena del del delitto ci siano indizi fortissimi contro Rudy Guede, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della giovane studentessa “in concorso”.
A parlare delle motivazioni depositate dalla Suprema Corte anche i legali dei due imputati. In particolare l’avvocato di Raffaele Sollecito ha affermato che il suo assistito è stato “tenuto in carcere da super innocente”.
“La Cassazione conferma una volta di più che Raffaele Sollecito è stato processato per anni e tenuto in carcere da super innocente” ha detto Giulia Bongiorno, legale di Sollecito, che adesso sta lavorando ad una richiesta di risarcimento in favore di Sollecito per ingiusta detenzione per ben quattro lunghi anni.